Avete presente quella sensazione di disturbo che arriva nel sonno prima che suoni la sveglia?Quel malessere che uno pensa : " ti prego fammi risvegliare da questo sogno, fammi uscire" e poi all'improvviso salti per aria e tutto passa, finalmente sei sveglio.Ecco come capitava spesso a me, cadere nel vuoto, annegare, affogare, trovarsi in situazioni letteralmente difficili e improbabili da gestire. Tutto strano. Tutto anomalo.Mi ero addormentata due sere fa con la speranza di poter sapere come stavano due o tre persone, con la speranza che mi potessero apparire in sogno, che so, a dire che andava tutto bene, che la vita anche dall'altra parte non era poi così male. Insomma pura follia.Non avevo ottenuto il risultato prefissato, ma neanche un giro panoramico di ciò che avevo chiesto, niente, nè da vicino nè da lontano.Mi mancava la voce di alcune persone adesso, a ridosso di tanti orizzonti che si stavano aprendo sul mio mondo; mi mancava la speranza di poter rincontrare queste persone anche solo in un sogno.Ma l'illusione era una cosa che aveva sempre fatto parte di me. Prendiamo ad esempio l'acqua che scorre dal rubinetto ogni mattina quando ci laviamo i denti;scorre, scorre, scorre, e per finire chissà dove poi. Si esaurisce, si stanca, smette ma noi non possiamo fare a meno di aprire il rubinetto ogni mattina.Sono meccanismi stupidi e spesso involontari.Adesso era tutto poco chiaro come quell'acqua che scorreva senza una meta. Ci si appiccicava ai sogni con la speranza di riuscire a tirar via qualche ragno dal buco e invece tutto passava sotto il naso di persone attente e vigili, in maniera totalmente indifferente.Credevo che il perchè fosse la soluzione a tutti i mali esistenziali, invece avevo imparato che dovevo continuare a chiedere sotto altre forme e quelle altre forme erano il "ti prego, ti prego, ti prego".Volevo solo immergermi un po' nella storia di altre persone, sapere come andavano le cose, raccontare loro qualcosa, parlare un po' del più e anche del meno.Mi svegliavo di soprassalto e non riuscivo più a capire che problema avessi, se le cose erano vere, se le realtà si confondevano ormai con la mia mente, non sapevo niente, non capivo niente e non riuscivo ad uscire da questo tunnel del disturbo del sonno, del disturbo della mia mente.Chissà perchè poi le cose che mi sembravano più banali diventavano all'improvviso motivo di ansia e di angoscia a prima mattina.Non capivo. O forse non volevo capire.Non ero pazza in mezzo ai pazzi, avevo superato quella fase da molto tempo, avevo iniziato solo a farmi troppe domande e come nei migliori thriller, chi si fa troppe domande, è MORTO.Magari non sarei morta, e certamente non sarei stata neanche indagata per essere complice del mio stesso reato e magari non era neanche un reato il mio, però sapevo bene che i disturbi erano sempre più frequenti e che l'unica soluzione era cercare le risposte infondo a chi non poteva più darmele.Era una tristezza infinita non riuscire a capire perchè mi prendeva questa sensazione strana che mi sbatteva il cervello ovunque e poi capivo che era tutto normale, che tutto passava, scorreva, correva il tempo, correvano le idee, correva il cielo ed io col naso in alto appresso a lui.Tutto si muoveva ed io ero già in movimento, forse non me ne rendevo conto o forse a volte, era più facile farsi mille domande e non darsi una sola risposta. Quella che in alcuni casi ci salva la vita.
Spiegami come il lume della notte,come il delirio della fantasia. Spiegami come la donna e come il mimo, come pagliaccio che non ha nessuno. Spiegami perché ho rotta la sottana: uno strappo che è largo come il cuore.
sabato 17 maggio 2014
Non sono sveglia.
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