mercoledì 31 agosto 2011

Lifehouse – Broken


The broken clock is a comfort, it helps me sleep tonight
Maybe it can stop tomorrow from stealing all my time
I am here still waiting though I still have my doubts
I am damaged at best, like you’ve already figured out
I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain there is healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you
The broken locks were a warning you got inside my head
I tried my best to be guarded, I’m an open book instead
I still see your reflection inside of my eyes
That are looking for purpose, they’re still looking for life
I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain is there healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you
I’m hanging on another day just to see what you will throw my way
And I’m hanging on to the words you say
You said that I will be ok
The broken lights on the freeway left me here alone
I may have lost my way now, haven’t forgotten my way home
I’m falling apart, I’m barely breathing
With a broken heart that’s still beating
In the pain there is healing
In your name I find meaning
So I’m holdin’ on, I’m holdin’ on, I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you
I’m holdin’ on
I’m holdin’ on
I’m barely holdin’ on to you


Leggi qui: http://www.airdave.it/lifehouse-broken-video-testo-lyrics-traduzione-1426/#ixzz1WbqcK8EV

Un uomo, un mitO!


Non è un mistero da dove arriva la gente come lui… È gente che affila l'avidità umana al punto che riesce a spaccare un atomo tanto è acuto il desiderio!

Voglio che tu sia te stesso. Lasciatelo dire: il senso di colpa è come un sacco pieno di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo! Perché ti accolli tutti quei mattoni? Dio...non è così? Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio. A lui piace guardare: è un guardone giocherellone! Lui dà all’uomo gli istinti, concede questo straordinario dono, poi che fa? Ti assicuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo cosmico spot pubblicitario...fissa le regole in contraddizione: guarda, ma non toccare! Tocca, ma non gustare! Gusta, ma non inghiottire! E mentre tu saltelli da un piede all’altro, lui che fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate, perché è un moralista! , è un gran sadico! È un padrone assenteista, ecco cosa è! E uno dovrebbe adorarlo? No , mai!
Meglio regnare all’Inferno, che servire in Paradiso: non è così?
Perché no? Io sto qui col naso ficcato nella terra e ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare. A me interessava quello che l’uomo desiderava e non l’ho mai giudicato. E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante le sue maledette imperfezioni. Io sono un fanatico dell’uomo, sono un umanista! Sono probabilmente l’ultimo degli umanisti! E chi, sano di mente, potrà mai negare che il XX secolo è stato interamente mio?

Partenze che lasciano dentro un po' di nostalgia.

Oggi parte Danila per Pisa, lei studia lì. Siamo troppo lontane come sempre, la vita è strana, prima culo e camicia sempre assieme, io a primo banco e lei dietro di me, come gli angeli custodi, non li vedi sempre ma sai che sono dietro di te a proteggerti le spalle. Bè lei è sempre stata così.
Adesso che lei sta al Nord e io al Sud sembra una distanza abissale. E le partenze mi mettono sempre tristezza, io non so salutare le persone, non so dire addio e non so dire arrivederci. O forse per meglio dire, odio farlo perchè tutto questo mi fa solo venire voglia di piangere.
Siamo due persone che riusciamo a stare in silenzio e capirci, ne abbiamo passate tante e siamo ancora qua, nel bene e nel male, ed è una persona a cui voglio veramente molto bene. E non posso fare altro che augurarle il meglio per questa sessione d'esami e il meglio per l'anno che verrà.
Con immenso amore la tua amica Alessia.

martedì 30 agosto 2011

Monologo del Diavolo su Dio.

Ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio: a Dio piace guardare! È un guardone giocherellone! Riflettici un po': lui dà all'uomo gli istinti... ti concede questo straordinario dono e poi che cosa fa? Te lo giuro che lo fa per il suo puro divertimento, per farsi il suo bravo, cosmico, spot pubblicitario del film! Fissa le regole in contraddizione! Una stronzata universale! Guarda, ma non toccare... tocca, ma non gustare... gusta, ma non inghiottire! E mentre tu saltelli da un piede all'altro lui che cosa fa? Se ne sta lì a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista, un gran sadico! È un padrone assenteista! Ecco che cos'è! E uno dovrebbe adorarlo? NO, MAI! Io sto qui con il naso ben ficcato nella terra e ci sto dalla notte dei tempi.

Tratto da "L'avvocato del diavolo".

Il prossimo millennio è qui dietro l'angolo Kevin, Eddie Barzoon guardatelo bene, perché è lui l'uomo immagine del prossimo millennio. Non è un mistero da dove arrivi la gente come lui, è gente che affina l'avidità umana al punto che riesce a spaccare un atomo tanto acuto è il desiderio; si costruiscono un ego grande come una cattedrale e collegano a fibre ottiche il mondo con ogni impulso dell'ego. Lubrificano anche i sogni più ottusi con fantasie a base di oro e di dollari finché ogni essere umano diviene un aspirante imperatore, il suo proprio Dio! E a questo punto dove si va?! E mentre noi ci arrabattiamo da un affare all'altro, chi è che tiene d'occhio il pianeta? L'aria si inquina, l'acqua imputridisce, perfino il miele delle api ha il gusto metallico della radioattività e tutto si deteriora sempre più in fretta. Non c'è modo di riflettere né di prepararsi. Si comprano futuri si vendono futuri dove non c'è nessun futuro. Siamo su un treno impazzito figliolo! Abbiamo miliardi di Eddie Barzoon che corrono a passo di jogging verso il futuro, tutti quanti si preparano a ficcare un dito in culo all'ex pianeta di Dio e poi se lo leccano e si mettono a digitare sulle loro immacolate tastiere cibernetiche per calcolare le stramaledette ore da fatturare e finalmente prendono coscienza; il biglietto te lo devi pagare da solo. Il gioco è cominciato, è tardi per ritirarsi adesso, ormai hai la pancia troppo piena... Un uccello malandato! Gli occhi iniettati di sangue e urli per chiedere aiuto, indovina un po'? Non c'è nessuno in giro! Sei tutto solo Eddie, sei un figlioletto rigetto di Dio. Forse è vero, forse Dio ha lanciato i dadi una volta di troppo e cosi ci ha fregati tutti.

Lo scazzo pomeridiano di oggi.

Avete presente quelle giornate che sembrano non passare mai eppure volano?
Quelle giornate così lunghe da farti sudare freddo sino all'ultimo.
Ecco oggi è una di quelle giornate in cui non me ne frega niente dei problemi degli altri, non me ne frega niente di sapere come stanno gli altri, cosa fanno gli altri, cos'hanno mangiato a pranzo e cosa mangeranno a cena. Non me ne frega proprio niente.
Resti immobile e impassibile davanti al computer, davanti alla televisione, davanti al libro di 1000 pagine che dovresti studiare perchè gli esami sono sempre vicini e bussano sempre alla tua porta e invece no, resti a non fare niente e a fregartene di tutto e tutto. Con la consapevolezza che domani sarà ancora peggio.
E poi ti bombardano la testa con le solite frasi "Domani andrà meglio"-"Domani è un giorno migliore".
Ma cosa ne sanno gli altri del domani? Avranno mica vissuto altre vite che loro riescono a ricordare ed io no?
Dannazione che paranoie che ruotano nella mia testa quasi come fossi una bambina di 14 anni che non sa che gusto prendere dal gelataio e pensa tra se e se : "cioccolato o bacio?" e illudendosi della parola bacio tutte le bambine al cioccolato preferiscono il bacio.
Già perchè il gelato a gusto bacio ha sempre attirato solo le ragazzine, poi cresci e preferisci un amaro gusto al limone che ti lascia coi piedi per terra sempre e comunque, altro che bacio, cocco e dolcezze varie.
Ho sempre creduto che esistessero tutte le cose più strane di questo mondo quando ero bambina e adesso che sono adulta ho capito che la strana ero io a credere quelle cose.
Credevo nell'amore a prima vista, nella passione travolgente, negli animali teneri e coccolosi che parlavano, eppure non ho visto niente di tutto questo se non il contrario, animali arrabbiati con l'uomo che mordono e non hanno niente di accogliente, uomini arrabbiati con altri uomini, guerre, droga, sesso, alcool, ce ne sono di stranezze in giro eppure vengono considerate cose 'normali'.
E così svanisce l'idea del cavallo bianco e del principe moro con gli occhi chiari che viene a prendermi e mi porta nel suo castello, ragion per cui torno sul libro di dottrine filosofiche che mi lascia sognare un po' per quanto riguarda uno Stato Utopico.

"Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col
cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripetè il piccolo principe, per ricordarselo.

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi
responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua
rosa..."
"Io sono responsabile della mia rosa..." ripetè il piccolo principe per ricordarselo.


"Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano così
belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i
miei artigli".



Oh, piccolo principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica.
Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti.
Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
"Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto..."
"Ma bisogna aspettare..."
"Aspettare che?"
"Che il sole tramonti..."
Da prima hai avuto un'aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
"Mi credo sempre a casa mia!..."
Infatti. Quando agli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla
Francia.
Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente
la Francia è troppo lontana.
Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo.
E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi...
"Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatrè volte!"
E più tardi hai soggiunto:
"Sai... quando si è molto tristi si amano i tramonti..."
"Il giorno delle quarantatrè volte eri tanto triste?"
Ma il piccolo principe non rispose.

Il Piccolo Principe


Così ho trascorso la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando
ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel
motore, e siccome non avevo con me nè un meccanico, nè dei passeggeri, mi accinsi da solo
a cercare di riparare il guasto.  
Era una questione di vita o di morte, perché avevo acqua da bere soltanto per una
settimana.  

La prima notte, dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Ero più
isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all’oceano, su una zattera, dopo un naufragio.
Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all’alba da una strana vocetta: “Mi
disegni, per favore, una pecora?”
“Cosa?”
“Disegnami una pecora”.
Balzai in piedi come fossi stato colpito da un fulmine.
Mi strofinai gli occhi più volte guardandomi attentamente intorno.
E vidi una straordinaria personcina che mi stava esaminando con grande serietà.
Qui potete vedere il miglior ritratto che riuscii a fare di lui, più tardi.
Ma il mio disegno è molto meno affascinante del modello.
La colpa non è mia, però. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo sei
anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare altro che serpenti boa dal
di fuori o serpenti boa dal di dentro.
Ora guardavo fisso l’improvvisa apparizione con gli occhi fuori dall’orbita per lo stupore.
Dovete pensare che mi trovavo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, eppure il mio
ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, nè tramortito per la fatica, o per la
fame, o per la sete, o per la paura.  Niente di lui mi dava l’impressione di un bambino sperduto nel deserto, a mille miglia da
qualsiasi abitazione umana.

Quando finalmente potei parlare gli domandai: “Ma che cosa fai qui?”
Con tutta risposta, egli ripetè lentamente come si trattasse di cosa di molta importanza:
“Per piacere, disegnami una pecora…”
Quando un mistero è così sovraccarico, non si osa disubbidire.
Per assurdo che mi sembrasse, a mille miglia da ogni abitazione umana, e in pericolo di
morte, tirai fuori dalla tasca un foglietto di carta e la penna stilografica.
Ma poi ricordai che i miei studi si erano concentrati sulla geografia, sulla storia, sull’aritmetica
e sulla grammatica e gli dissi, un pò di malumore, che non sapevo disegnare. Mi rispose:
“Non importa. Disegnami una pecora…”
Non avevo mai disegnato una pecora e allora feci per lui uno di quei disegni che avevo fatto
tante volte: quello del boa dal di dentro; e fui sorpreso di sentirmi rispondere:
“No, no, no! Non voglio l’elefante dentro il boa. Il boa è molto pericoloso e l’elefante molto
ingombrante. Dove vivo io tutto è molto piccolo. Ho bisogno di una pecora: disegnami una
pecora”.
Feci il disegno.
Lo guardò attentamente, e poi disse: “No! Questa pecora è malaticcia. Fammene un’altra”.
Feci un altro disegno.
Il mio amico mi sorrise gentilmente, con indulgenza.
“Lo puoi vedere da te”, disse, “che questa non è una pecora.
È un ariete. Ha le corna”.
Rifeci il disegno una terza volta, ma fu rifiutato come i precedenti.  “Questa è troppo vecchia. Voglio una pecora che possa vivere a lungo”.
Questa volta la mia pazienza era esaurita, avevo fretta di rimettere a posto il mio motore.
Buttai giù un quarto disegno.
E tirai fuori questa spiegazione:
“Questa è soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro”.
Fui molto sorpreso di vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi. “Questo è proprio
quello che volevo.
Pensi che questa pecora dovrà avere una gran quantità d’erba?”
“Perchè?”
“Perché dove vivo io, tutto è molto piccolo…”
“Ci sarà certamente abbastanza erba per lei, è molto piccola la pecora che ti ho data”.
Si chinò sul disegno:
“Non così piccola che – oh, guarda! – si è messa a dormire…”
E fu così che feci la conoscenza del piccolo principe.

Terminologia tipica del Cammino


Tra i componenti del Cammino si è formata da tempo una terminologia tipica, spesso legata alle catechesi e ai discorsi del fondatore, o a particolari celebrazioni o eventi.
  • Il termine sperimentare indica l'avere una esperienza palpabile dell'azione di Dio nella propria vita, nel contesto di una situazione vissuta. Gran parte del Cammino si basa sulla esperienza personale del fedele rapportata a Dio. Spesso questo è indicato come la storia che Dio fa con te, il progetto e la relazione che intercorre tra l'esistenza di un uomo e Dio.
  • Il termine lontani si riferisce a chi non ha ancora conosciuto l'amore di Dio, apostata o pagano, non necessariamente estraneo alla chiesa stessa.
  • Il termine convivenza indica un ritiro spirituale di uno o più giorni, nel quale i partecipanti con-vivono, cioè stanno insieme in un clima di preghiera e di condivisione allo scopo di alimentare la comunione fraterna nella propria comunità, condividere l'esperienza di vita alla luce della Parola di Dio e, mediamente una volta l'anno, incontrare i propri catechisti nelle tappe che caratterizzano lo svolgersi del catecumenato post-battesimale.
  • Il termine alzarsi viene utilizzato per indicare gli individui o la famiglia quando sentono il desiderio di offrire la propria vita per il Vangelo e quindi, in occasione di opportuni incontri fatti con gli iniziatori del cammino, con i propri catechisti o in comunità, a seguito di un appello generale si alzano rendendosi visibili ai fratelli mostrando apertamente la propria disponibilità in risposta alla chiamata di Dio. Questa disponibilità sarà poi vagliata dalla Chiesa in opportuni incontri vocazionali.

Dottorato honoris causa in Sacra Teologia del Matrimonio e Famiglia conferito a Kiko Argüello


Il 13 maggio 2009 il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, con sede presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, ha consegnato a Kiko Argüello il dottorato honoris causa in Sacra Teologia del Matrimonio e Famiglia per la "piena valorizzazione della famiglia come soggetto ecclesiale e sociale, in piena consonanza con l'ideologia di Giovanni Paolo II".
Con questo riconoscimento, l'Istituto, fondato da papa Giovanni Paolo II, riconosce il contributo teologico e pastorale del Cammino Neocatecumenale nell'opera di difesa della famiglia, attaccata oggi da una cultura "antifamiliare". Il Santo Padre ha nominato il 19 maggio 2011, Kiko Arguello uno dei consultori del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione".
Non mi sono mai piaciuti quelli che ti chiedono le cose prima di farle.. Posso dirti una cosa? Posso darti un bacio?Posso chiamarti? Oppure quelli che mi dicevano frasi tipo.. non ti chiamo perchè non voglio disturbarti, se ti va chiama tu. Non mi piacciono gli uomini che ti portano fuori a cena e ti chiedono dove vuoi andare, mi piacciono quelli sicuri, con le idee chiare, che sanno dove portarti. Non mi piace chi finge di essere gentile.
‎"Io non sapevo veramente cosa volesse dire vivere. E neppure come si facesse a vivere. Al massimo sapevo come si faceva a morire. Conosco un sacco di modi per morire,ma non per vivere. Pazzesco. Pazzesco scoprire che sai come si muore ma non sai come si vive.."

Ragazze Interrotte


..CREDERE NELLE FAVOLE NON VUOL DIRE
ESSERE INGENUI O IMMATURI
MA SIGNIFICA GUARDARE CON OCCHI DIVERSI 
LA REALTA'..

Avete mai confuso un sogno con la vita?
O rubato qlcsa pur avendo i soldi in tasca?
Siete mai stati giù di giri?
O creduto ke il vostro treno si muovesse mentre invece era fermo?
Forse ero pazza e basta
forse erano gli anni '60 
o magari ero solo una ragazza
INTERROTTA


Il rasoio fa male 
il fiume è troppo basso 
l'acido è bestiale
la droga da il collasso 
la corda si spezza
la pistola è proibita
il gas puzza
allora viva la vita!

Che cosa le avresti detto?
Nn lo so 
ma che mi dispiaceva tanto 
che nn so che significa essere ceme lei 
ma so cosa significa voler morire 
e ke sorridere fa male 
e ke c provi a inserirti ma nn c riesci 
e ke fai del male al tuo corpo per tentare di uccidere la cosa ke hai dentro... 

Qnd ti rifiuti di soffrire
la morte ti sembra una specie di sogno 
ma vedere la morte, vederla fisicamente
ti fa capire ke sognarla era una cosa ridicola...
Forse qnd si cresce arriva un momento in cui si rimane senza pelle
forse, forse cercando i segreti
perchè nn crediamo alla nostra vita 
anke se Lisa mi mancava 
perchè ci reandiamo conto 
senza di lei la vita 
nn sembrava facile 
è una cosa difficile... 
Fuori dal mondo reale
continuavano a succedere cose
sano, studipo, intelligente,
dovunque mi fossi perduta 
capii ke c'era un solo modo per tornare al mondo reale... 

Nn ti sono + simpatica? 
Credi di essere libera?
Io sono libera!
Tu neanke lo sai ke cos'è la liberta!
Io sn libera!
Perchè io respiro 
invece tu ti ci strozzerai con la tua mediocre piccola vita del *****. 
Sai ci sn troppi muri nel mondo 
troppi muro contro cui spingere la gente
e c'è troppa gente ke kiede di essere spinta. 
Gente ke ti implora di essere spinta! 
Lo capisci? Ti scongiura di spingerla contro il muro 
e allora mi domando e continuo a farmi sempre la stessa domanda..
..perchè nessuno ci mette me con le spalle al muro?
..xkè nessuno mai allunga la mano e mi tira fuori la veritàààà 
e mi dice che sn solo una P e ke i miei genitori vorrebbero ke fossi mortaaaa!!!
Xkè tu lo sei già morta Lisaaa!!!
Nn interessa a nessuno se tu muori 
perchè è da tanto ke sei morta 
il tuo cuore è gelido 
ecco xkè continui a tornare sempre qui 
tu nn sei libera
hai bisogno di qsto posto x sentirti viva
sei patetica
Nooooooooooooo

Dichiarata sana e rispedita nel mondo ...

Diagnosi finale, borderline recuperata.
Che cosa voglia dire ancora nn l'ho capito. 
Sn mai stata matta? 
Forse sì o forse è matta la vita.
La follia nn è essere a pezzi
o custodire un oscuro segreto 
la follia siete voi o io amplificati. 
Se avete mai detto una bugia 
e vi è piaciuto 
se avete mai desiderato di poter restare bambini in eterno. 
Non erano perfette ma erano amiche mie...

...Alcune le ho riviste.. Altre no, mai più, ma non c'è un giorno in cui il mio cuore non le ritrovi...

Crotone Out.


Crotone al degrado, non solo per quanto concerne l'ambiente ma anche e sopratutto per quanto riguarda la situazione economica e lavorativa di molte persone.
Ogni giorno camminando per le strade della nostra amata città assistiamo alla chiusura di diversi locali, alcuni forse storici per tutti noi, altri avviati da poco e tutto questo perchè ? La disoccupazione, termine opposto all'occupazione che spaventa e terrorizza qualsiasi essere umano.
L'uomo disoccupato sarebbe in grado di perdere la testa e di compiere azioni reprorevoli se solo lo si portasse al punto di farlo.
Nella nostra città milioni di giovani che scelgono la carriera lavorativa subito dopo il diploma si ritrovano ad affrontare una triste e cruda realtà che rispecchia purtroppo la nostra società poichè numerose sono le persone che vorrebbero impiegare il loro tempo in un lavoro costruttivo e che gli permetta di crescere e di formarsi nella vita ma, pochi sono i posti di lavoro.
La nostra società oggi offre opportunità che dividono il mondo su due schieramenti, ricchi e poveri, non esistono più le vie di mezzo, le pari opportunità.
Ragazzi che lottano e si sacrificano per anni per ottenere il risultato eccellente di una laurea e poi i media ci servono sul piatto d'argento la laurea della figlia di Berlusconi che a mio modesto parere sarà sicuramente immeritata.
Continuamente veniamo catapultati nel mondo del lavoro, del business, ma il tentativo di potersi permettere una vita agita è inesistente poichè oggi tutto ha un prezzo.
Si paga il prezzo dei sentimenti, il prezzo del cibo, il prezzo dei vestiti, il prezzo della famiglia, tutto ruota attorno ad un capitale economico che porta ad un capovolgimento della società dei valori che si trasforma in poco tempo in una società sterile e priva di contenuto; di bella presenza solo dal suo involucro esterno.
Inutile fare un discorso umanitario sulla fame nel mondo piuttosto che sul cibo che è riposto nelle nostre credenze, fondamentale invece sarebbe cercare di dare una svolta ad un sistema che ormai funziona solo in apparenza, e per poter cambiare un sistema debbono cambiare prima di tutto le persone che lo formano.
Non si può mirare al grande se non si parte dal piccolo, bisogna reagire e prendere posizione, creare nuove strutture anzichè stare con le mani in mano e offire delle possibilità ai cittadini stessi, ai giovani e ai meno giovani.
Urge il bisogno di cambiare questa città, di cercare di fare meno parole e più fatti e sopratutto di smetterla di mandare avanti persone incompetenti lasciando a casa persone che valgono e che hanno sacrificato un'intera vita per quello in cui credevano e credono.
Non è ammissibile che per potersi sentire un minimo gratificati ci sia bisogno di evadere e quindi di IMMIGRARE fuori la nostra città e la nostra regione.
Ecco la motivazione per cui veniamo considerati senza patria, perchè girovaghiamo nomadi da una parte all'altra del mondo e del paese alla ricerca di un lavoro, e tutto questo non sconvolge minimamente il nostro sistema politico o chi per loro.
C'è bisogno di rimboccarsi le maniche, i tempi delle parole credono siano finiti da un pezzo, anche se qualcuno continua a farle inutilmente, ora è il caso seriamente di prendere una posizione e di augurarci che il 2011 riservi nuove opportunità e nuove sorprese per questa Crotone che è sempre più trascurata e sempre più tenuta male.
E come diceva una first lady del passato, Eleanor Roosevelt: "Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni" ecco perchè non dobbiamo mai arrenderci e smettere di sognare un futuro migliore per noi stessi.




alessia barresi.

Dove andremo a finire?!


«Non ha mai fatto segreto del suo amore per le donne, ma lo scandalo sessuale che coinvolge Silvio Berlusconi ora minaccia di rovesciarlo, dal momento che escono sempre più dettagli sul sistematico reclutamente di giovani donne pagate per partecipare a feste private nelle sue case a Roma e in Sardegna».
Ecco lo scandalo che coinvolge il nostro Premier negli ultimi giorni, gli italiani sono catapultati davanti alla televisione, escono per strada alla ricerca dei giornali dell'ultimo minuto per cercare di capire cosa stia succedendo nella vita privata di un uomo che "dovrebbe" rappresentare l' Italia piuttosto che lasciarsi trascinare da queste inutili chiacchiere.C'è chi difende a spada tratta Berlusconi sostenendo che si tratti di un complotto ideato contro di lui per incastrarlo e chi invece resta allibito e senza parole davanti ad un fatto così sconcertante come penso sia il caso di definirlo."Aiutare" come ha definito il Premier un'adolescente minorenne non penso sia il termine più appropriato, credo invece che sia il caso di mettere in evidenza una delle problematiche più gravi quale la mancata educazione familiare che porta ad un capovolgimento di valori se non del tutto ad un assenteismo.E' inammissibile che una ragazzina si conceda ad un uomo di età così avanzata, solo perchè uomo di pieno potere politico ed economico, e sopratutto basta cercare scuse ad un dato di fatto evidente come quello che il denaro e il potere non siano essenziali nella vita.Se fosse così allora tutti noi davvero vivremmo meglio.Dramma a Napoli con la situazione dei rifiuti e media invece si occupano di questi scandali, delle cosiddette "donne" di Silvio, ma a noi che ci importa? La cosa dovrebbe toccare dal profondo le persone che regalano (perchè per la sottoscritta si tratta di regalo) il voto ad una persona come questaLa nostra nazione sta perdendo ogni valore, abbiamo lottato per anni ed anni per ottenere una democrazia liberale e adesso ci troviamo davanti ad un regime politico dittatoriale mascherato dal perbenismo della parola DEMOCRAZIA.Il nostro caro Berlusconi sta danneggiando direttamente ogni settore di crescita formativa, estremi tagli alle università che impediscono a giovani come me di conseguire una laurea e di iscriversi ad un'università pubblica,non diminuisce la pressione fiscale (come aveva promesso) mentre taglia i fondi alla Sanità, alla Ricerca e alla Scuola, mentre i ministri del governo insultano ed offendono i lavoratori chiamandoli fannulloni e panzoni, mentre i malati oncologici, se non sono in terapia salvavita, per ogni giorno di malattia subiscono la decurtazione dello stipendio, mentre avanza la crisi... il premier che fa? Si sollazza organizzando festini con le minorenni. Fatti privati? Non credo, visto che Berlusconi utilizza i nostri soldi per i suoi festini. I fatti sono questi: il premier ha fatto sequestrare delle foto perché dimostrano che lui utilizza gli aerei dell'aeronautica militare per trasportare Apicella e le minorenni (o comunque le ballerine che animano i suoi festini). E questo non è affatto privato.E sopratutto tutti questi fatti dovrebbero spingerci a riflettere, il potere è del popolo, i voti sono nelle nostre mani e siamo noi che decidiamo da chi farci governare, questo dovrebbe essere un monito di riflessione per tutti coloro che hanno le bende sugli occhi e non vogliono vedere quello che succede intorno a noi.Non bisogna trovarsi dentro le situazioni per sentirsi toccati in prima persona, bisogna pensare in grande, guardare al futuro per quanto sia possibile perchè gli errori di oggi saranno il disastro di domani e quelli che ci rimetteranno saremo proprio noi.Spesso le cose importanti vengono sottovalutate per paura di prendere posizione nella vita, ma se si possiedono ideali e sogni bisogna costantemente lottare per far sì che il giusto venga retribuito a chi merita e che i colpevoli paghino.Siamo governati dagli scandali, da politici che si intrattengono con i trans o con le prostitute, veniamo raggirati dal sistema politico a volte anche solo con semplici e banali parole; non riusciamo a dire la nostra per paura che qualcuno possa venire a rimproverarci.Che senso ha lottare e battersi per la criminalità organizzata, per la mafia, per le ingiustizie, per tutte le vittime della malasanità o quelli che sono morti per mano di mafiosi, quando il problema principale è la mancanza di organizzazione all'interno del governo?Bisogna prendere una posizione, attendere pazientemente e domandarsi con la mano sulla coscienza se è questa l'Italia per cui i nostri avi hanno combattuto.E se la risposta dovesse essere si allora credo che il problema sostanziale non sia chi ci governa, ma chi abita questo Paese.

alessia barresi.

Università-faccia a faccia


Proteste universitarie : vivere la protesta da dentro o è meglio restare dietro le quinte?
In questi giorni stiamo assistendo alla rivolta degli studenti nei confronti della pubblica istruzione, in particolar modo contro il Ministro Gelmini che pare intenda dare dei tagli profondi alle università.
Bene, questa situazione crea alquanto scompiglio tra gli studenti tanto da spingerli ad indire assemblee, cortei e addirittura ad occupare aule o intere facoltà universitarie.
Nella legge 133/08 che la Gelmini ha sintetizzato in 25 articoli suddivisi in tre titoli, tre sono le questioni principali: una nuova organizzazione del sistema universitario, che dovrebbe rilanciare tutto il settore dell’istruzione terziaria; un’ampia delega al governo per mettere in cantiere uno o più decreti su qualità ed efficienza, che dovrebbero rilanciare il merito; e nuove regole sul reclutamento dei docenti e dei ricercatori, che dovrebbero combattere il baronato.
Ma i punti controversi sono tanti: dal taglio di 1 miliardo e 400 milioni al sistema universitario, alla diminuzione del 30 per cento delle borse di studio, ad una mancata soluzione del precariato dei dottori di ricerca. Infine, quello che gli studenti contestano è la mancanza di meritocrazia, il potere al baronato e la strada facile verso la privatizzazione dell’università solcata dalla Gelmini.
Se c'è un diritto allo studio deve esserci anche un dovere, ovvero che i soldi delle borse di studio debbano essere distribuiti a chi veramente merita e non chi considera l'università un parcheggio per la vita.
Ma nonostante un modestissimo parere personale, ritengo che la cultura sia libera, l'informazione debba essere libera e l'istruzione debba essere di tutti, sta al singolo individuo concretizzare il suo cammino e il suo percorso ma sempre nella libera e piena facoltà di poter scegliere.
Ed è proprio questo che il nostro Ministro non ha capito, che presto non saremo più liberi di scegliere, saremo schiavi di questo sistema che ci obbliga a muoversi in una certa direzione già avviata e testata da altri che per noi credono che sia una delle migliori.
Questo modo di voler rivoluzionare le università e le scuole mette in atto un meccanismo nei giovani di difesa, difesa dei propri diritti e della propria cultura che purtroppo però mette dei limiti seri che sono ben evidenti durante il corso dell'anno accademico, ovvero : l'impossibilità di seguire tutte le lezioni, l'impossibilità di poter conseguire gli esami, e la perdita di tempo e denaro che comporta un prolungamento degli anni da trascorrere all'università.
Noto che la maggior parte delle persone che manifesta non ha ben chiaro cosa sia la riforma, e sopratutto noto molto poco interessamento da parte di molti studenti che preferiscono banalizzare il tutto sostenendo che  questo trambusto non porti a nulla.
Qui sorge spontanea la domanda se sia giusto vivere in maniera diretta tutto quello che sta succedendo, rischiando anche di trovarsi in situazioni di particolare disagio com'è avvenuto in alcune città d'Italia, dove i giovani studenti si sono trovati in situazioni spiacevoli che li hanno portati al dover fuggire dalle forze dell'ordine e dai loro manganelli che tentavano di sopprimerli.
E tendo a mettere in evidenza che l'atto di violenza non fa parte di un processo di evoluzione bensì di involuzione che non porta niente di produttivo.
Si parla di manifestazioni, di occupazioni lecite che non possono diventare lotte di sangue, devono mantenere un certo regime e sopratutto non devono essere manipolate da nessuno.
Abbiamo sentito parlare spesso negli ultimi anni di riforme "organiche", basti pensare alla riforma Moratti, e sopratutto vi è una scarsa conoscenza a mio parere dei termini Meritocrazia e Trasparenza, fin troppo utilizzati dal ministro Gelmini.
Non si può parlare di norme senza tenere in considerazione gli studenti, i ricercatori, l'istruzione, ovvero le componenti basi di un università.
I figli delle classi meno agiate non possono permettersi l'università, e tutto questo viene permesso dal nostro governo perchè la priorità è data a Berlusconi e Tremonti e non ad un fattore di ingiustizia sociale.
Ebbene si, parliamo proprio di ingiustizia sociale, di dislivello delle classi sociali, proprio come un tempo; la precedenza alle classi più alte, ai ceti ricchi che possono comprare tutto con i soldi e non si preoccupano di quella parte di popolo che invece non può aspirare nemmeno ad un diritto quale in questo caso la cultura e l'istruzione.
Si prospetta un futuro nero per noi giovani e la speranza è proprio questa, che la riforma attui una manutenzione e non innovazione del sistema scolastico-universitario affinchè tutti possano attingere allo studio e sopratutto affinchè si possa eliminare questa gerarchia che lentamente si sta andando ricreando all'interno della nostra nazione.
Basta falsi moralismi, è ora di agire, di farsi sentire e di attivarsi a muso duro nei confronti di una politica che si sta rivelando deludente e opprimente, il potere è del popolo, e se chi ci governa non è in grado di amministrare ogni sfaccettatura della sua nazione allora tocca a noi farci sentire e protestare per un futuro migliore.
Perchè i giovani di oggi possano ancora essere il futuro produttivo e innovativo di domani.

Alessia Barresi

Auguri a tutte le donne-Articolo pubblicato sabato 4 marzo 2011


8 Marzo, Festa della Donna.
Ogni anno milioni di donne festeggiano questo giorno in maniera spontanea e naturale, a volte in maniera quasi dovuta, altre semplicemente perchè è un usanza.
Ad oggi invece la cosa che mi preme sottolineare è il vero valore della donna, non da femminista ma da essere umano.
Ci troviamo davanti a situazioni particolarmente disagiate, spiacevoli, crudeli, e questo giorno dovrebbe diventare un monito per tutte le donne che vivono situazioni critiche.
La dignità della donna non deve essere calpestata da nessuno, non si compra una donna con i soldi, con la prostituzione, con il sesso, con la violenza; una donna deve essere sempre DONNA anche nelle situazioni peggiori.
Basti pensare al nostro Caro Premier, Silvio Berlusconi, che dignità ha dato a tutte queste ragazze che sono finite sulle riviste scandalistiche e su ogni rete televisiva nazionale?
Il rispetto è alla base di ogni società, e purtroppo per alcune donne non vi è questo trattamento di uguaglianza, molti uomini pensano ancora che sia in vigore la regola pre-Socratica che gli uomini possano comandare e che possano arricchire la loro cultura e intelligenza al contrario delle donne, ritenute inferiori.
Ma questa inferiorità, sopratutto al giorno d'oggi credo derivi da una poca conoscenza del mondo, delle regole e sopratutto dei diritti umani.
Che simbolo è per gli altri ciò che sta accadendo nella nostra Italia, lo scandalo delle minorenni? Comprare una donna è un abominio per la società in cui viviamo, che si decanta all'avanguardia e ricca di aperture mentali di ogni genere.
La festa della donna quest'anno dovrebbe sponsorizzare non i commercianti di fiori, dolciumi e regali di vario tipo, bensì umanizzare questa società corrotta.
Corrotta dal denaro, dal credere di poter comprare qualsiasi cosa con i soldi, dal pensare di poter comprare e corrompere un corpo solo perchè di donna e quindi inferiore o più sensibile.
Bisogna smetterla di credere che tutto sia possibile solo attraverso mezzi illegali o blasfemi, c'è bisogno di una rivolta, di far valere i propri diritti, di sentirsi cittadini del mondo, ma prima di tutto donne.
Essere donne non significa solo avere diritti sulla maternità e pari opportunità nell'ambito lavorativo, la figura femminile è stata ormai messa in discussione perchè si è visto con quanta facilità molte ragazzine abbiano ceduto a soprusi o ricatti di potenti.
L'accusa feroce va rivolta all'uomo, al nostro Premier, e bisognerebbe imparare che i soldi non comprano la dignità, possono comprare l'involucro di una donna, la parte esterna, la sua bellezza ma assolutamente non possono entrare nella sua anima, nella sua fragilità, nella sua sensibilità.
Vi sono parti di una donna in cui nessuno mai riuscirà ad entrarvi o a capirvi perchè è lì che si celano le profondità di un abisso, le sofferenze più nascoste, la rabbia e la voglia di farsi valere; in questo mondo ormai non vi è più la possibilità di farsi valere.
La maggior parte dei Paesi ancora ben radicati alle loro culture limita la figura della donna, pensiamo alle donne che si celano dietro il burka, che devono sopportare i continui tradimenti o meglio condivisione dei mariti con altre donne. Pensiamo alle lapidazioni delle donne, al non poter vestire o parlare come preferiscono, al non avere il diritto ad un istruzione adeguata, alle continue sofferenze che devono subire, alle violenze pubbliche, alla castità forzata, alle malattie che nessuno si preoccupa di curar loro.
E poi pensiamo alle ragazzine che vanno in televisione con il viso completamente rifatto a 18 anni, e che accidentalmente si trovano nella casa di Berlusconi una sera come tante con una busta contente otto mila euro.
Non c'è bisogno di andare lontano per denunciare ciò che ogni giorno succede alla donna, basta guardare alla nostra destra o alla nostra sinistra, basta accendere la televisione o leggere un giornale; e sopratutto basta alzare la voce ed iniziare a farsi sentire.
I soprusi non sono lontani da noi come abbiamo sempre creduto, la donna non deve essere valorizzata perchè possiede qualcosa in più, bensì perchè possiede qualcosa in egual maniera dell'uomo e questa antica credenza che ha sempre portato anche in modo nascosto e bigotto, a pensare che il genere femminile sia inferiore in qualche modo a quello maschile deve cessare.
Gli uomini dovrebbero battersi quanto le donne in questa lotta alla discriminazione sociale, in questa società corrotta, in questo Paese dove non esiste più un simbolo di moralità.
Non c'è bisogno di aspettare l'8 marzo per ricevere fiori, amore e belle parole, vi è bisogno di fatti concreti che portano ad una rivoluzione sociale e ad una mobilitazione delle persone per bene, che credono ancora che i soldi non possano comprare un essere umano.
La dignità non si vende, l'orgoglio non si compra, e questo principio dovrebbero tenerlo a mente tutti.
Aveva ragione Platone quando proclamava nella sua Repubblica uno Stato basato su uomini e donne, proclamando la pari dignità e opportunità di entrambi i sessi.
Uno Stato può essere governato anche da una donna, la cosa importante è che chiunque ne sia a capo possieda l'intelletto, la conoscenza e sopratutto la virtù.
Sicuramente l'essere virtuosi al giorno d'oggi non paga, ma la cosa fondamentale da tenere sempre a mente è che solo attraverso un attenta conoscenza possiamo sviluppare la nostra coscienza verso il bene e di conseguenza possiamo agire con virtù e benevolenza nei confronti degli altri.
La donna è donna tutto l'anno, non solo nel giorno della sua "festa".
E prima di ricordarlo ad uomo, bisognerebbe che lo tenessimo a mente noi tutte.
Auguri.



Alessia Barresi.

Articolo pubblicato la scorsa settimana sul Crotonese sulle cattive abitudini.


«Polemos, è di tutte le cose padre, di tutte re, e gli uni rivela dei e gli altri uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi».
Sosteneva Eraclito, ma ad oggi, cittadini d'Italia e sopratutto della Calabria è giusto considerarsi ancora una popolazione dove vige questa antica "regola" ove gli uni sono schiavizzati e gli altri invece sono gli eterni padroni?
Sant'Agostino sosteneva invece che la guerra è una ricchezza per il malvagio ed una necessità per il cristiano.
Al giorno d'oggi parliamo tanto di avanguardia, di mobilitazione sociale, di tecniche che permettono in qualsiasi campo la comunicazione eppure, l'uomo cade sempre nello stesso errore, è schiavo sempre dello stesso idolo: il denaro.
E' forse il denaro uno dei mezzi di comunicazione e mobilitazione più riconosciuti al mondo?
Credo proprio di si, siamo pilotati e assoldati per adempiere il nostro dovere nella società nonostante questo spesso comporti anche delle rinunce serie, ma nonostante tutto il nostro padrone resta sempre e comunque lui, il metallo prezioso che viene descritto anche da Figaro nel Barbiere di Siviglia come metallo che agisce sulla mente dell'uomo come idea da cui si generano altre idee.
Non abbiamo mai pensato però che lo strumento della conoscenza possa ruotare attorno a tutto tranne che a questo, non ci siamo mai domandati come sarebbero state le cose se l'uomo fosse stato meno schiavo del denaro e più libero nella società.
Neghiamo la realtà dei fatti quando ci ostiniamo a dire che l'uomo è libero, che l'uomo ha vinto la schiavitù; noi oggi, siamo più schiavi dei nostri avi ai tempi dell'antica Grecia intorno all'VIII° secolo a.C.
Questa società ci fa credere che ogni cosa sia accessibile ma in verità tutto ha un prezzo, persino la parola, la libera espressione è stata manipolata e tutto questo ci ha portati ad una guerra di interessi, ad un conflitto basato su tradimenti, interessi petroliferi e interessi monetari.
La divisione sociale che si sta creando all'interno della nostra società è drammatica, vi sono veramente i due schieramenti come un tempo, dei ricchi e dei poveri, non esistono più le varie classificazioni di una volta, nulla è più "accessibile" a tutti.
Il solco che divide queste due classificazioni viene denominato lavoro e di conseguenza denaro, tutti sono preoccupati del proprio posto di lavoro e cercano anche con mezzi poco simpatici di tenerselo caro, e invece sull'altro fronte assistiamo ad una profonda crepa, ad una crisi, dei giovani, dei neo laureati, delle persone in gamba, che non sanno come provvedere alla loro realizzazione personale.
Sono crepe che a lungo andare stanno danneggiando il nostro Paese, siamo stati travolti da un'onda anomala chiamata disoccupazione, chiamata conflitto d'interessi, chiamata guerra.
Lo Stato prende decisioni per noi, il Premier prende decisioni per noi, gli altri si preoccupano di ergersi sui meno agiati, il più forte prevarica sul più debole; muore la sapienza, il buon principio, lo strumento della conoscenza attraverso cui spesso in passato l'uomo è riuscito a praticare il bene per sè e per gli altri.
Annegano le icone etiche e morali per cui si è combattuto per tanto e forse troppo tempo, passano inascoltate le parole di chi saggiamente consiglia il bene e non il male, e a questo proposito la riflessione è seria e decisiva per il bene proprio e di chi ci circonda: era meglio quando l'uomo aspirava ad un bene supremo oltre vita senza pretendere niente da questa terra??
L'iter dell'uomo sulla terra che era visto tutto in funzione di un raggiungimento celeste e sovranaturale che permetteva allo stesso di agire bene in terra per ricevere una ricompensa nel dopo morte?
Oppure è giusto ottimizzare una guerra d'interessi, una sottomissione al denaro che ci toglie dal cuore ogni morale, ogni valore ed ogni necessità di ratio che prima bramava nella nostra mente?!
De Andrè cantava che "sono riusciti a cambiarci,ci sono riusciti davvero"; ebbene si, il sistema ha cambiato il nostro essere, il benessere ha modificato la nostra persona trasformandola in un accessorio, in un sopra mobile, i soldi ci hanno strappato quell'ideale di felicità che ci eravamo creati sin dai tempi antichi, la guerra ci ha derubato della nostra dignità, ci ha schierati in una lotta per il petrolio, in una lotta per la sopravvivenza, ci ha denudati dei nostri principi morali, ci ha spinti ad essere quello che non avremmo mai voluto essere.
E la più ardua giustificazione di noi esseri umani è che non siamo cambiati, ma siamo cresciuti, e se crescere vuol dire rinunciare a ciò per cui questa patria ha sempre lottato, se maturare significa lasciare nel passato i valori, le idee, l'amor proprio e l'amore per questa terra per favorire uno stipendio eccellente o una guerra che ci costerà di meno il petrolio, allora siamo veramente arrivati al degrado sociale.
Un degrado sociale che presto tardi verrà rinominato regresso sociale e culturale, l'uomo avrà fatto passi in avanti nel corso dei secoli per arrivare ad un punto in cui prevarranno il corso e ricorso della storia e di conseguenza tutto si fermerà e ricomincerà d'accapo, azzerando e annientando tutto quello che è stato fatto fin oggi.
Il cambiamento dipende dal singolo nella moltitudine delle masse, la voce fuori dal coro non deve avere paura di uscire, non verrà soppressa, verrà vista come novità, come monito per un Paese migliore.
In fondo siamo gente del Sud, e noi non abbiamo bisogno di andare a vedere molto lontano per renderci conto in che situazione va il mondo, noi ci combattiamo ogni giorno, nelle nostre famiglie, camminando per le strade, andando a lavoro, o cercando disperatamente un lavoro, denigrando il nostro collega o venendo denigrati e messi in cattiva luce agli occhi degli altri.
Solo perseguendo un'ardente cammino di conoscenza, di ragione e di virtù potremmo arrivare al bene e liberarci da ogni schiavitù che inconsciamente ci opprime e non ci permette di essere uomini liberi da ogni restrizione o costrizione.


Alessia Barresi

Una riflessione circa le Elezioni Comunali.


Tutto questo astensionismo da parte dei cittadini non mi è affatto chiaro. La popolazione crotonese ha fatto tanto affinchè si presentasse davanti a loro una vasta scelta e così è stato. Allora mi domando : che senso ha andare a votare e lasciare la scheda bianca? La differenza la fa un timbro sulla personale tessera elettorale? La differenza la fa di fare finta di essere cittadini onesti e diligenti? Spesso l'uomo confonde il proprio ruolo nella società assieme ai suoi diritti e ai suoi doveri : la cosa principale per essere un ottima persona è quella di adempiere ai propri doveri e di farlo anche nei limiti della decenza e del rispetto di sè e degli altri.
Siamo in un Paese Democratico che di democratico ha ben poco, siamo governati e strumentalizzati come scimmie, non abbiamo la libertà di parlare e a quanto pare non siamo più liberi neppure nel voto, tutti ci dicono cosa dobbiamo fare, come dobbiamo farlo e quando dobbiamo farlo. Dunque arrivati al termine di queste tanto sudate, desiderate e oserei dire sacrificate, spero che il popolo di Crotone si sia svegliato dal letargo dell'astensionismo su cui sollazzava da circa 3 anni.
Mi auguro che il Sindaco che uscirà fuori da queste votazioni possa portare avanti l'ottimo nome della nostra amata città, che si possano prendere provvedimenti seri e concreti in merito al problema dell'occupazione anzi della disoccupazione; mi auguro fermamente che possa vincere la libertà, che i crotonesi la smettano di lamentarsi per ogni minima cosa e che capiscano che tutto dipende da noi, dipende dal popolo.
Inutile dire che non abbiamo voce in capitolo perchè siamo noi a scegliere, a portare avanti una persona piuttosto che un'altra ed è inutile riempirsi la bocca di parole, come purtroppo ne ho sentite tante in questo periodo elettorale, come 'bonfica', 'turismo', 'mediazione','appalti', 'infrastrutture' etc, quando non si sa neppure di cosa stiamo parlando!!!
Basta con le persone che cambiano bandiera da un momento all'altro, che di anno in anno si candidano con partiti diversi, che facilmente smettono di credere nel loro ideale (sempre che lo abbiano mai avuto) e ne hanno subito pronto un'altro.
Vorrei anche ricordare ai crotonesi l'ideale di questa città, i valori di un tempo, valori che lentamente vanno scivolando via per far posto a usurpatori, ladri e persone corrotte. Fin quando parecchi uomini riuniti si considerano un solo corpo, non hanno che una volontà sola, diretta alla comune conservazione e al benessere generale e, in tal caso, i meccanismi dello Stato sono saldi e semplici; le sue regole sono chiare e manifeste, non ci sono interessi intricati e contradditori, il bene comune si mostra ovunque in modo evidente e non richiede se non del buon senso per essere còlto.
Detto questo, attendiamo con ansia il responso di queste elezioni e CHE VINCA IL MIGLIORE!

Alessia Barresi

Elezioni Comunali 2011- Che i cittadini crotonesi si sveglino!!


Siamo nel pieno della campagna elettorale per queste elezioni comunali 2011 nella città di Crotone e la cosa che mi lascia basita sta nel fatto che la maggioranza dei cittadini si preoccupi sempre e costantemente di votare per ottenere un compenso in cambio, al contrario del bravo cittadino crotonese che stanco di vivere come non vorrebbe si preoccupa di dare il suo voto ad una figura che secondo il proprio personale criterio e metodo di valutazione, possa al meglio rappresentare la sua città.
Forse è arrivata l'ora di smetterla con questo scambio di voti e favori che in questi anni non hanno portato a niente se non al continuo e perenne degrado del sistema politico e sociale della nostra comunità.
Il voto è un diritto per cui l'uomo ma oserei dire sopratutto la donna ha combattuto fermamente, e non bisogna sprecarlo andando dietro a false promesse e cercando compressi.
Abbiamo combattuto per secoli per ottenere un Paese libero da ogni vincolo democratico, sociale, morale e culturale e siamo arrivati ad oggi schiavi di un sistema che ci sta troppo stretto che necessita il cambiamento.
Sicuramente queste elezioni porteranno il cambiamento, ma personalmente credo che se debba succedere qualcosa, debba essere in chiave positiva altrimenti si rischia veramente che non ci possa essere più un momento di svolta significativa e innovativa.
Le parole, i grandi discorsi, lasciano il tempo che trovano, la parola va lasciata ai fatti, il falso perbenismo e il moralismo costante che circolare per le nostre vie, che passa da orecchio ad orecchio e corre di bocca in bocca, deve cessare affinchè si possa costruire un futuro migliore per tutti senza distinzione di età o sesso.
Crotone è stato già rimarcato più volte che è una città dalle mille risorse, ed è inutile esaltare ciò che non possiamo tastare con mano e oramai non possiamo nemmeno vedere, è inutile fare parole sulla pulizia della città, sulla buona amministrazione di essa se nessuno se ne cura realmente fino in fondo.
Questa campagna elettorale porta avanti progetti ben organizzati per dare una svolta significativa al nostro territorio e non bisogna disperdere il tutto per antipatie o simpatie, bensì urge il bisogno di concretizzare quali sono gli ideali di ognuno e applicarli in un voto.
Basta con questa Crotone al degrado, basta lamentele da parte dei cittadini, basta discutere e infierire su quello che ormai è palese ed evidente, la svolta è nelle nostre mani, il futuro è l'uomo a costruirlo, gli eventi sono sono una componente essenziale ma non decisiva di ciò che accade in noi e attorno a noi.
La rivalità e la conflittualità tra gli uomini è radicata da molti secoli oramai, la manifestazione più attuale è proprio quella di acquistare ininterrottamente potere dopo potere creando solo diffidenza e poca concretezza, il fine della società, della nostra società in particolar modo invece, non è un bene individuale come apparentemente sembra sia stato evidente in alcune occasioni durante questi anni, bensì un bene comune che rappresenta la collettività, è il fondamento dell'autorità che si associa alla moralità, alla giustizia e alla rettitudine.
Dovremmo tenere sempre a mente questi principi, perchè aspirando ad un bene comune si possa amministrare in maniera positiva la legge senza distinzione tra legge giusta ed ingiusta; una legge ingiusta difatti non è una legge.
Lo sviluppo sociale e territoriale della nostra Crotone deve essere composto da una società di uomini liberi, che credono e si aggrappano a quei valori che hanno messo le basi per questa città, per questa Patria; l'errore di fondo è proprio l'oscurare la fede che è in noi, una fede non religiosa, temporale o secolare relativa alla vita terrena, non una caricatura di valori spirituali, ma un insieme di convinzioni della mente e del cuore che si riferisce ai dati essenziali del vivere insieme nella città terrena.
Non c'è società politica quindi senza un bene comune, e tutto ciò dovrebbe far riflettere, perchè attenendoci al sistema e ai modi di fare assunti dalla maggioranza della popolazione non si otterrà un cambiamento ma un declino.
La libertà consiste nello scegliere, nel poter scegliere, non bisogna farsi corrompere da promesse inutili e vuote, non bisogna credere che le cose cambiano in base a compromessi, bensì bisogna credere che siamo noi a dare un senso a queste elezioni, con il nostro voto, andando a votare chi meglio crediamo possa rappresentarci.
Un antico aforisma diceva che : "se si ha un sogno, bisogna a tutti i costi lottare per conquistarlo", bene, è arrivato il momento di accendere le nostre passioni, di smetterla di astenersi ad ogni elezione comunale,provinciale o di altro genere, c'è bisogno di fare i conti con se stessi e decidere di partecipare attivamente alla rinascita della città.
Non si deve aspettare che gli altri facciano le cose per noi, non si deve aspettare un sindaco nuovo, un nuovo datore di lavoro, un colpo di fortuna perchè le vite di ciascuno di noi cambino, ci si deve fare i conti con la propria coscienza e attuare al meglio quelli che sono i nostri ideali.
Vi è la necessità di unire le forces propres, soltando riconoscendole e associandole in forze sociali l'emancipazione umana sarà compiuta.

alessia barresi
Si possono concepire i filosofi come persone che compiono sforzi estremi per sperimentare fino a che altezza l' uomo possa elevarsi . ( Nietzsche )

Il viaggio lo si inventa passo passo assieme a Cristo.

Il mio viaggio è partito da qui, è partito con LEI, la nostra regina, la nostra signora celeste.
Quando siamo arrivati a Lourdes non vedevo l'ora di andare a vedere questa famosa grotta e quando sono arrivata lì davanti  me ne sono innamorata perdutamente.
E più restavo lì più me ne innamoravo perdutamente senza sapere ne come ne quando.
E' vero quando ti dicono che se vai in quel posto e credi veramente a quell'apparizione la tua vita cambia totalmente in positivo e non puoi tornare assolutamente a casa tua a mani vuote.
Mentre incontri sul tuo cammino persone come te, che credono in una Croce Gloriosa, nel Signore risorto come albero della nostra salvezza. Allora ti senti anche un po' meglio dentro te, e pensi che su questa terra in fondo siamo tutti fratelli sotto lo stesso cielo e sotto lo stesso amore di Dio e della Vergine Madre.
Lì non puoi non restare colpito dal rosario silenzioso che fanno le persone ogni giorno percorrendo sempre la stessa strada e innamorandosi sempre di più di quel cammino e di quello che è intorno a  loro.
Ma Toledo era già vicina e stare con i miei fratelli e sorelle era bellissimo. Non riuscivo a non provare sentimenti d'amore e di gioia nei confronti di tutto e tutti quelli che mi stavano intorno. Condividevamo tutto, il cibo schifoso, la tempesta perfetta che ci aveva colpito andando dal Papa; la rabbia che non ci hanno fatto entrare nell'aereoporto di Cuatro Vientos per fare la veglia e aspettare il Papa il giorno dopo. Condividevamo tutto nella buona e nella cattiva sorte e quando anche il tempo remava contro di noi, eravamo comunque col sorriso a cantare "precipitò nel mare cavallo e cavaliere".
Il Signore non ci ha abbandonato in quel momento ma ci ha messo alla prova facendoci capire che non tutto ci era dovuto e che non solo perchè eravamo 'fedeli' tutto ci sarebbe stato servito sul piatto d'oro.Anzi.

Ma all'incontro da Kiko Arguello il Signore ha voluto che di tutta Italia noi fossimo i primi alle 10 del mattino, ha permesso che restassimo uniti 12 ore sotto il caldo seduti a terra in piazza ma sotto al palco. "Gli ultimi saranno i primi" ed è così che ci è capitato.Le catechesi sono state bellissime, eravamo 25.000 italiani. La cosa che mi ha lasciato come sempre con amore e gioia nel cuore è stata Carmen quando ha parlato del primo Papa ovvero San Pietro e anche lui tradì Gesù prima di amarlo perdutamente. E Forse è vero che c'è una speranza per ognuno di noi, che niente è andato perso e che il Signore ha grandi progetti per la mia vita.
 
E poi lui,Nicola che è un mio caro fratello di comunità ha indubbiamente sentito la chiamata alla vocazione e mentre tutti eravamo seduti ad ascoltare e a guardare ammirati tutti quei giovani che si alzavano perchè si sentivano chiamati da Dio; anche lui d'improvviso schizzò come un razzo lasciando a noi solo tanta, tanta commozione negli occhi e nel cuore.
E ringrazio Dio di avermi donato un fratello vero nella carne con cui poter condividere tutte queste esperienze.
"Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l'aiuto?Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra".
Quel giorno si alzarono 5.000 ragazzi per la vita  presbiterale e per la clausura 5.500 ragazze.Il mio cuore piangeva di gioia davanti a tale opera di DIO.


"Andate ed annunziate ai miei fratelli che vadano in Galilea che la mi vedranno".
Noi abbiamo visto l'opera di Dio a Madrid in tutto e per tutto, nelle cose semplici e in quelle complesse, in quelle facili e in quelle difficili ( e ne abbiamo avute), ma il Signore ci ha sempre regalato il centuplo.

Noi siamo speciali, la bandiera del  Crotone attaccata ad una canna da pesca. 
(Neanche la bandiera Italiana come gli altri)

Mentre arrivavamo a Firenze o meglio a Scandicci dove ci aspettava nel giorno di San Bartolomeo la chiesa con lo stesso nome del Santo dove abbiamo celebrato una bellissima eucarestia tutti assieme.



"Rendiamo grazie al nostro Dio perchè eterno è il suo amore"


Dipinti fatti da Kiko Arguello che rappresentano l'annunciazione,la nascita, la vita, la morte e la resurrezione di Gesù.Chiesa di San Bartolomeo-Scandicci a Firenze.
Il viaggio è stato bellissimo, dieci giorni faticosi ma portati avanti con la parola di Dio.
"Un grande segno apparve nel cielo, una Donna vestita di Sole, con la Luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle."

UNA GRAN SENAL



LE ORIGINI DEL
CAMMINO NEOCATECUMENALE


Nasce tra i poveri
come frutto del Concilio Vaticano II

Estratto dalla testimonianza di Kiko

...Avevo uno studio di pittore vicino a Plaza de España a Madrid, ed ero solito passare le feste natalizie con i miei genitori. Un anno andai a casa per celebrare il Natale, entrai in cucina e vidi la cuoca che stava piangendo. Io le domando: "Berta - così si chiamava - che le succede?" E lei mi dice che il marito è un ubriacone, che vuole uccidere il figlio, che il figlio gli si è ribellato contro... Mi raccontò una storia che mi lasciò allibito. E sentii da Dio di aiutarla.
La baracca di Kiko a Palomeras AltasAndai a vedere dove viveva: una baracca orribile, in mezzo a tante altre. La povera donna si alzava prestissimo, per andare a lavorare; aveva nove figli, ed era sposata con un uomo zoppo e strabico, sempre ubriaco. Picchiava i figli con un bastone, gridando loro: "Difendi tuo padre" e, a volte ubriaco fradicio, urinava sopra le figlie. Questa donna, abbastanza bella benché in età, mi raccontò cose allucinanti.
Presi quell'uomo e lo portai a fare un "Cursillo de Cristiandad". Rimase impressionatissimo nell'ascoltarmi parlare. Per alcuni mesi smise di bere, ma poi ricominciò e furono di nuovo macelli. La moglie mi chiamava: "Signor Kiko, venga per favore, perché mio marito vuole uccidere tutti. Chiami la polizia!". Non mi lasciavano vivere. Alla fine pensai: "E se Dio mi stesse dicendo di lasciare tutto e di andare a vivere lì per aiutarli?". Lasciai tutto e andai a vivere con quella famiglia. Dormivo in una piccolissima cucina, che era piena di gatti.
Foto dell'interno della baracca di KikoHo vissuto lì e sono rimasto molto impressionato, vi dico la verità, di tutto l'ambiente. C'era moltissima gente che stava vivendo in situazioni terribili. Non so se conoscete il libro di Camus, "La peste", che affronta il problema della sofferenza degli innocenti. Quella donna, Berta, mi raccontò che suo marito, zoppo, per vendicarsi delle tante umiliazioni ricevute, aveva detto a tutti che si sarebbe sposato con lei, che era la ragazza più bella del quartiere. Tutti ridevano di lui. Ma sapete come lui se l'era sposata? Puntandole un coltello al collo e dicendole: "Se non ti sposi con me, taglio la gola a tuo padre". E lo avrebbe fatto. Suo padre era vedovo e lei era sola e terribilmente timida e paurosa.
Foto dell'interno della baracca di KikoMi chiesi: che peccati ha commesso questa povera donna per meritare una vita cosi? Perché non io? E non c'era solo lei. C'era un'altra donna vicino che aveva il morbo di Parkinson, il marito l'aveva abbandonata e viveva chiedendo l'elemosina. E un altro. E un altro ancora.
Davanti a tutto questo ci sono solo due risposte. Conoscete la frase famosa di Nietzsche: "O Dio è buono e non può far nulla per aiutare questa povera gente, o Dio può aiutarli e non lo fa, e allora è cattivo". Questa frase è velenosa. Può Dio aiutare questa donna, oppure no? Perché non lo fa?
In questa situazione ebbi una sorpresa. Sapete cosa vidi lì? Non quello che dice Nietzsche, se Dio può o non può, ma vidi Cristo crocifisso. Ho visto Cristo in Berta, in quella donna con il Parkinson, in quell'altro. Vidi un mistero. Il mistero della croce di Cristo. Restai enormemente sorpreso, lo dico sinceramente.
Le baracche di Palomeras AltasPoi mi chiamarono per il servizio militare e mi mandarono in Africa. Quando tornai dissi a me stesso: se domani torna Cristo sulla terra nella sua seconda venuta, io non so che cosa succederà in questo mondo, ma sapete dove desidero che Gesù Cristo mi trovi? Ai piedi di Cristo crocifisso. E dov'è Cristo crocifisso? In coloro che stanno portando la sofferenza più grande, le conseguenze del peccato di tutti. Dice Sartre: "Guai all'uomo che il dito di Dio schiacci contro il muro". Io ho visto lì gente schiacciata contro il muro, tanti deboli schiacciati dalle conseguenze del peccato, deboli, anonimi cirenei.
José Agudo e Rosario davanti alla loro baraccaQuando uno va a vivere tra i poveri, o perde la fede e diventa guerrigliero alla "Che Guevara" o si mette in silenzio davanti a Cristo e si santifica. Io sono grato al Signore per aver avuto pietà di me: io vidi lì Cristo crocifisso e così quando tornai dall'Africa, e conobbi la sorella di Carmen, pensai che era necessario scendere nelle catacombe sociali e lì predicare il Vangelo a questa gente, aiutarli, dare loro una parola di consolazione. E così formammo un gruppo che si dedicava agli omosessuali, alle prostitute e agli altri emarginati.
La sorella di Carmen faceva parte di una associazione, chiamata "Villa Teresita", che si dedicava al recupero delle prostitute. Andavano per le case delle prostitute e offrivano, a quelle che lo volevano, un lavoro. Un'opera molto buona. Alla fine io mi resi conto che in quel gruppo facevamo tutto un po' per "hobby". Io dissi a quel gruppo e alla sorella di Carmen: "Io me ne vado a vivere tra i poveri".
Kiko con Manolo e JoaquinCharles de Foucauld mi diede la formula: vivere in silenzio, come Gesù a Nazareth, ai piedi di Gesù Cristo in mezzo a quella gente. Conobbi un assistente sociale che mi indicò una zona di Palomeras Altas dove c'era una baracca di tavole di legno, rifugio di cani. Mi disse "Mettiti lì e non ti preoccupare". E lì ha avuto inizio un po' tutto. Nelle baracche io volevo vivere come Charles de Foucauld, in contemplazione: così come uno sta davanti all'Eucaristia, ai piedi della presenza reale, unica di Cristo; io volevo stare ai piedi di Cristo crocifisso, nella gente più povera, miserabile.
Il Signore mi portò lì con questo spirito: io ero l'ultimo. Loro erano Cristo. Forse uno avrebbe potuto dirmi: "Kiko! Aiutali". Qui c'è un punto molto importante per coloro che sanno andare al fondo delle cose. "Ma come? Ti metti in adorazione, quando questa gente è morta di fame? Dà loro da mangiare". Io non avevo nulla, non avevo portato altro che una Bibbia e una chitarra, dormivo su un materasso messo sulla nuda terra. Non avevo altro.
Mons. Morcillo nella baracca di Kiko pregando le lodiAvevo letto in un libro qualcosa che mi aveva colpito molto del tempo dei nazisti. Si raccontava un fatto storico avvenuto nel campo di concentramento di Auschwitz. Un capo della Gestapo si era reso conto delle atrocità che si stavano commettendo nel genocidio degli ebrei. Un giorno, durante un'ispezione in un campo, vide passare una colonna di uomini e donne diretta alle camere a gas, tutti nudi. Sentì nel suo cuore un grande dolore. Si domandò: "Che devo fare io adesso per aiutarli, per avere pace con me stesso?". sapete la risposta che ricevette dal di dentro? (I Padri della Chiesa parlano del Cristo parlante, dentro di te. È qualcosa di molto profondo). Il libro raccontava che quello che sentì che avrebbe dovuto fare era di denudarsi anche lui e mettersi in fila con loro.
Possiamo domandarci: questa voce che sentì dentro da dove veniva? Era una suggestione? Era reale? Era di Dio? Non era meglio fermare la comitiva e liberare quelle persone? Forse non lo poteva fare. Perché invece la verità era quella di denudarsi e di mettersi in fila? Ecco una possibile risposta: una persona che sta in quella fila sta di fronte al dramma che forse non c'è nessun Dio, che non c'è amore nel mondo e se non c'è amore nel mondo Dio non esiste, la vita è una mostruosità, moriamo nell'assurdo. Ma se uno viene con te, Cristo stesso si fa uomo e si mette con te nella fila per amore. Allora l'amore esiste. Esiste Dio. Si può vivere. Si può morire. La verità e la morte hanno un senso.
Kiko Carmen e Mons. MorcilloQuesto ha valore? Ciò che si deve fare è solo l'aiuto sociale? Forse l'uomo è solo mangiare? O l'uomo ha bisogno di sapere se Dio esiste o non esiste, se l'amore esiste oppure no? Io non andai nelle baracche per dare da mangiare, né per insegnare a leggere. (Erano tutti analfabeti, ad eccezione di uno o due: José Agudo, che era stato in un istituto di correzione sapeva leggere, ma sua moglie no. Zingari, "quinquis", ragazzi del carcere sapevano leggere a malapena). Me ne andai lì e, se volete sapere, neanche pensavo di predicare, sapete infatti che i Piccoli Fratelli di Foucauld stanno "in silenzio". Volevo dare testimonianza vivendo in mezzo ad essi come Gesù a Nazareth.
Kiko con i primi compagni delle baracche, Domingo e ManoloE che successe? Quello che sempre succede. Il vicino, un giorno che faceva un freddo cane, perché era inverno e nevicava - io mi scaldavo con dei cani randagi che vivevano con me - entrò all'improvviso e mi disse: "Ti ho portato un braciere perché stai morendo di freddo!".
Poco a poco si avvicinavano e domandavano: "Chi è costui che sta qui, con barba e chitarra?". Per alcuni ero uno che aveva fatto un voto, per altri un protestante, perché portavo sempre la Bibbia. Gli zingari venivano per la chitarra... Non sapevano chi ero. José Agudo, che allora era in lite con un altro clan di "quinquis", mi si avvicinò per domandarmi cosa diceva il Vangelo sul fatto di picchiarsi. Io gli lessi il Discorso della Montagna che dice di non resistere al male e restò a bocca aperta: "Come? Ma se non mi difendo mi ammazza! Che devo fare?". Gli diedi da leggere i "Fioretti" di San Francesco che lo impressionarono molto e non mi lasciò più.
Bene, non mi metto a raccontarvi queste storie perché diventerebbe troppo lungo...
Dall'esperienza di Carmen
... Quello che volevo dire è questo: Kiko aveva radicato molto fortemente il Servo di Jahweh, quello che io ho portato lì, su un vassoio, non certo per me, non era mio, fu il Concilio Vaticano II, la Pasqua e la Risurrezzione dei morti. Il primo canto che Kiko fece nelle baracche fu il "Servo di Jahweh"; ci vollero due anni per giungere al "Risuscitò" per farlo entrare nel dinamismo della Pasqua.
E la Pasqua non me la sono inventata io, e tantomeno P. Farnès, ma è stata frutto dell'immenso lavoro di tutto il Movimento liturgico e di tutto il Movimento Biblico che hanno fermentato il Concilio e che si è messo in marcia nel Concilio.
Io stavo sempre con Kiko, però non mi fidavo di lui, nemmeno un pò. Solo mi convinse il giorno che arrivò lì l'arcivescovo di Madrid, Mons. Morcillo, e questo fu un altro miracolo che sarebbe interessante raccontare. Allora cominciai a collaborare con Kiko, fidandomi di più di lui, quando vidi la Chiesa presente.
Mons. Morcillo fu un autentico dono di Dio. Egli ci mandò nelle parrocchie ...