martedì 30 agosto 2011

Aria di partenze.

Siamo arrivati al 30 agosto.
Aria di partenze in giro per questa triste città che a giorni tornerà ancora più desolata e vuota.
E l'unica cosa che ho sentito dentro me è andare via, andare via da qui, provare a fare qualcosa, provare a essere qualcuno indipendentemente da tutto e da tutti.
A volte penso che partire sia la cosa più stupida che possa esistere, altre invece la vedo come la soluzione a tutti i problemi che una persona possa portarsi dietro nella sua vita.
Ma in fondo si dice che puoi andare anche ai confini del mondo, ma se non stai bene con la tua vita ogni posto ti starà stretto; e forse è vero, è vero che andare via non serve se non stai bene.
Ma come si fa a capire quando si sta bene realmente da quando è solo una giornata positiva perchè non hai sbagliato il modo di svegliarti al mattino?
Tante volte mi sono chiesta come si può essere felici.
La felicità te la da un uomo? Te la da un amica fedele e sincera? I tuoi genitori che ti amano così come sei? O cosa?
Poi mi sono resa conto che la felicità è un attimo e non dipende da nessun altro se non da te stessa.
E allora ho capito che sarei stata un'eterna malinconica con la vocazione di essere felice per tutta la vita e mi sarei accontentata di farmi bastare pochi attimi di gioia per tutta la mia vita.
Una vita che mi offre il meglio anche quando non lo merito, una vita che mi offre solitudine quando vorrei compagnia, una vita che mi offre vita anche quando vorrei mandare al diavolo tutto e lasciare stare il mondo.
Odio le partenze, odio partire e odio vedere gli altri partire ma conservo dentro me una piccola speranza, che ogni partenza possa essere un nuovo inizio e che ogni cosa possa avere la sua pace in Dio.

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