domenica 22 settembre 2013

Un pensiero che spinge le correnti.

Dicono che per scrivere bisogni avere le idee chiare su COSA si vuole scrivere; penso (come sempre controcorrente) che invece sia un po' come visitare posti nuovi : bisogna scoprirsi, andare per le vie, esplorare. C'è bisogno di entrare nel luogo per poterlo raccontare. È una necessità capire cosa si prova mentre lo si fa! Non si può raccontare qualcosa che non si conosce o non si è vissuto; ecco perché spesso ci si perde, in discorsi del tutto futili. Ma scrivere, scrivere lo si fa per amore. Scrivo per amore. Lascio che la penna corra da sola su un foglio bianco mentre ogni pensiero si ordina da solo. È mattina presto, il sole è salito da poco nel cielo in questa parte di mondo che sembra abbandonata da Dio. Il mare è calmo e le nuvole sono all'orizzonte. Il secondo giorno di autunno inizia a farsi sentire con le prima foglie ingiallite a terra, con il vento fresco che precede l'inverno. Cambiano i colori, le sensazioni, le emozioni. Sembra sempre in arrivo un temporale. E poi un raggio di sole trapassa la malinconia. Una volta ricordo mia nonna, diceva che per tutto ci fosse una soluzione, non c'era problema che Dio non potesse risolvere. Che gran donna mia nonna! Ma la vita era diversa, iniziavano storie dove c'erano punti, amori dove era passato il fuoco dell'incendio; tutto prendeva forma dal nulla delle esistenze umane. Ci si affannava troppo, senza troppe risposte e con molte domande. Pensavo che la vita fosse fatta di costanti : il tempo che scorre come tu lo desideri, la felicità secondo ciò che ognuno meritava, le soddisfazioni per ciò che si era stato fatto. Eppure tutto mutava inesorabile attraverso i miei stessi occhi stanchi. In un secondo si combatteva con la distanza, la parola "sacrificio" era la più gettonata del momento, le cose si trasformavano e un pessimismo quasi NERO dilagava nel corpo come fosse veleno. Non era l'Amore che andava via, non era il sentimento che scompariva, era il luogo troppo lontano, la meta che sembrava all'improvviso irraggiungibile. Come quando ti perdi e ti prendi di panico perché non sai dove andare. Mi era capitata la stessa cosa a Roma, in macchina, ero riuscita a perdermi con tutto il navigatore, giravo per la stessa strada senza trovare l'uscita, un po' affaticata e un po' curiosa di quanto fossi diventata scema in quel momento. Mi capitava di svegliarmi con le stesse sensazioni. La mancanza di Lui non si faceva presenza allora davo di matto e iniziavo proprio come il mio cane, a mordermi la coda. Girava la mia mente ed i miei pensieri in cerca di una soluzione che mi permettesse per un'attimo di sentire il suo odore; le sue braccia intorno alla vita, la Vita che ricominciava a vivere. Ero un corpo a metà che disperatamente cercava l'altro. Il bisogno di stare nel letto al mattino senza pensieri e guardare la tv insieme, di scrivere la nostra storia così come la vivevo e non attraverso un vetro di sacrifici. Era quella la necessità primaria, l'ossigeno per la mia esistenza : il suo sorriso. Le persone desiderano molte cose , soldi, case, bei vestiti, a me bastava Lui per tutta la vita. Io volevo Lui. Non c'era scelta migliore su cui il mio cuore e la mia mente si trovassero d'accordo. Lui alimentava la mia fame, coinciliava il mio sonno. Dava respiro al mio corpo e sollievo alla mia mente. Lui è il viaggio e la meta. L'incontro e il vissuto. E intanto impaziente aspettavo che le sue labbra si posassero sulle mie. 

-A me la vita fa schifo se tu non sei con me. Immenso e perduto Amore per te. 

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