lunedì 29 agosto 2011

Dammi un'altra identità.


Siamo povere anime in preda al nostro inconscio, ogni cosa che tentiamo di migliorare viene subito smontata per poi essere piano piano ricostruita in maniera diversa. Parliamo di presente, di futuro quasi come fossimo Dio, e non ci rendiamo conto che invece siamo schiavi di un sistema che non è gestito dal potente, non è gestito dai soldi, bensì da colui che ignoriamo.
Il nostro cervello si sforza di capire cosa sia giusto o sbagliato senza preoccuparsi del fatto che il nostro fisico si ammali giorno dopo giorno e che non ci sia una cura a lungo andare. I nostri ideali crollano crescendo, e ci sembrerà lontano il tempo in cui tutte le viole erano nei prati a sorriderci e ad inebriarci del loro profumo. Eppure continueremo per le nostre strade lontane, irraggiungibili, forse impossibili, ma ci proveremo sempre; proveremo a dare il meglio di noi.
Senza credere che possa esistere un futuro migliore, senza pensare a chi o a cosa ci accadrà, chi incontreremo nel nostro viaggio, quanta gente resterà accanto a noi e quanti se ne andranno. Sarà una lotta con noi stessi, sarà un continuo scalare le montagne, ci saranno momenti in cui solo una vecchia bottiglia potrà darci una mano ed anestetizzarci da ogni male; ma ci saranno momenti in discesa dove potremo porre le nostre mani nei campi e sentire tra le dita l'odore di un fiore appena sbocciato. E forse allora saremo liberi.

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