martedì 13 marzo 2012

Parole Inutili.

Una rivoluzione sulla strada del perdono.
Perdonare se stessi, perdonare gli altri per quello che ci hanno fatto e non fatto.
Lasciare che qualcosa ci logori dentro giorno dopo giorno, destino o casualità?
Mi sono persa in un baratro nero dove a distanza di anni vedevo una piccola lucina, credevo che fosse l'arrivo, l'uscita dal tunnel, la 'salvezza', ma sbagliavo. Non avevo capito che chi entra in quel vortice difficilmente ne esce vivo come prima, e quando ne esce è diverso, non è più lui, non ha più una vera identità. Deve ricominciare a cercare il suo posto nel mondo.
Io ero uscita? O mi stavo trasformando restandoci dentro? Non riuscivo a capire quella furia che mi prendeva nel petto e mi faceva urlare con gli occhi pieni di lacrime in silenzio. Non capivo a distanza di tempo perchè la vita fosse stata così dura con me mentre tutto il resto era facile, semplice, assurdo.
Ho comprato il divano nuovo, è comodo, soffice e freddo come me, in pelle. Ho dormito su un cuscino nuovo, ma ho fatto gli stessi incubi della sera prima col cuscino vecchio e molle. Ho preso una televisione ma non è cambiato molto, non la guardo quasi mai, mi annoia. Avrei voluto comprare un cuore nuovo ma mi dissero che non ne vendevano e che sarebbe stato troppo complicato averne uno diverso dal mio. E mi sono rassegnata.
Ti pare normale arredare un tunnel per scoprire poi che si è totalmente soli? Ero sola, piena di ansie e neanche le parole oramai bastavano a colmare quella solitudine atroce.
Avevo tanti sogni nel cassetto ma credo che il mondo sia stato più furbo di me e abbia scoperto dove nascondevo la chiave dei sogni, ha aperto il cassetto e me li ha rubati ad uno ad uno. Così Parigi non è più mia ma di un'altra donna, scrivere è diventato un hobby letto da due o tre persone, dimagrire è diventata un'impresa per gente poco pigra e non per me, sognare, la vera essenza dei sogni appartiene ad altre persone oramai, a me sono rimasti gli incubi e il malumore.
Non c'era conforto che tenesse in piedi questo scompenso, questa frustrazione, questa disperazione, c'era solo una spirale piena di oggetti, piena di ricordi.
C'erano foto, parole, promesse, sorrisi, lacrime, vino a fiumi, sigarette mai spente veramente, rabbia che sprizzava da tutti i pori, malinconia di anni lontanissimi, fanciullezza rubata o forse venduta al primo offerente.
Dannazione, avevo perso così tanto tempo che oramai non sapevo come tornare sui miei passi, mi restava solo da spegnere la luce e aspettare un nuovo inferno domattina. 

1 commento:

  1. Le tenebre prima o poi vengono spazzate via dalla luce... Dai su coraggio! ;)

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