Avevo mai considerato il fatto che tutti gli esseri umani fossero uguali tra loro per qualche stupido tratto?Tutti su questa terra soffrivano per amore, avevano il cuore spezzato, infranto in mille piccoli pezzettini, tutti si credevano forti ma cadevano sul primo scoglio invisibile, tutti e dico tutti erano fragili a modo loro. Io ero una povera illusa, m'illudevo costantemente che esistesse una via di fuga da questa vita stretta che mi teneva in catene prigioniera del mio essere. Riflettevo sotto il sole, sola, sempre. Avrei mai cambiato questa vita? E se non fosse stato così come sarebbe andata a finire? Non era il futuro a spaventarmi ma quello che poteva offrirmi, le sofferenze che poteva riservarmi anche sotto quel beato sole che apparentemente sembrava mi volesse bene veramente. Ma in realtà niente mi voleva bene, neanche io volevo bene a me stessa, me ne fregava poco, ero cresciuta per scoprire che il menefreghismo è la migliore forma di comunicazione. Io attraverso il mio incespicare riuscivo a capire dove stessi sbagliando e dove non potevo mettere i miei piedi. Sognavo un mondo fatto di persone che non potessero mai deludermi e invece sembrava che le delusioni arrivassero una dietro l'altra, nelle piccole cose, in quei fiorellini che avevo respirato con tanto ardore, con tanta passione e con tanta credulità. Ti pare che io possa affogare in un mare di nostalgia fatta di momenti che per colpa degli altri io non posso più rivivere? Era proprio così, non si potevano rivivere certe cose, e la gente per quanto mi continuasse a dire che la colpa non era di nessuno, e che gli eventi accadevano e basta io mi rifiutavo di crederci, io tra me e me pensavo seriamente che un perchè doveva esistere a tutti i costi. Mi fulminò un raggio di sole mentre rientravo a casa stamane e mi disse che lo sbaglio era stato solo lasciare la porta aperta. Bisogna custodire gelosamente quello che si ha, bisogna curarlo, dargli attenzioni anche quando chi le riceve non le desidera. Ma io mi sentivo troppo bruciata per fare cose che sapevo già non sarebbero servite a niente. E chissà come apparivo realmente agli occhi degli altri io con quelle mie ustioni così evidenti. Chissà cosa pensava Alessia nello specchio ridendo di me. Sicuramente avrà detto che sono la solita adolescente piena di sè e piena di ego tanto da non vedere oltre il suo naso. Tutti ridevano di me, tutti condividevano con me quel dolore, quella passione, tutti tranne me. Avevo deciso di smettere di scrivere, avevo deciso di abbandonare il campo, e forse chissà questo sarà l'ultimo post. Il lieto fine non esiste, esistono solo le delusioni, esistono le paranoie, la vita. Esiste la vita nuda e cruda che spacca in due e se non sei forte ti spezza e ti lascia a terra sanguinante. E io cosa volevo fare? Come volevo finire? Non lo so. Non lo sapevo realmente, ma sapevo solo che dovevo smettere. Dovevo smettere con tante cose. In questo momento volevo solo una passeggiata sotto al sole, ma so, che anche quella non sarebbe mai arrivata e che io anche oggi avrei gettato lacrime inutili su un pavimento che oramai sapeva come consolarmi.
Spiegami come il lume della notte,come il delirio della fantasia. Spiegami come la donna e come il mimo, come pagliaccio che non ha nessuno. Spiegami perché ho rotta la sottana: uno strappo che è largo come il cuore.
sabato 31 marzo 2012
Sporcami di sole.
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