martedì 3 luglio 2012

Un viaggio iperbolico dentro il tuttoniente.

I sogni si mischiavano alla speranza che giorno dopo giorno sembrava fosse assetata di vita, quel tipo di vita che ti toglieva ogni energia, che ti prosciugava il sangue nelle vene e che ti lasciava gli occhi gialli e impalliditi.Avevo riposto in me stessa molte speranze, la speranza di farcela all'università, la speranza di avere un figlio, di innamorarmi e sposarmi, di avere un buon lavoro e ancora il futuro era così incerto.Mi piaceva sognare che mi sarei svegliata una mattina con un cucciolo tenero nel letto che mi guardava e mi sorrideva e che un giorno mi avrebbe chiamato "mamma". Erano bei sogni. Come lo erano le nuvole rosa che vedevo dal mio balcone immaginario lungo la Senna. Parigi era ancora lì e mi aspettava. Ed io dovevo andarci. Dovevo sognare ancora assieme a Parigi. Aspettavo invano che molte cose cambiassero e intanto progettavo un ideale di vita che avrebbe potuto concretizzarsi tra un paio d'anni chissà.Mi piaceva immaginarmi in riva al fiume a scrivere circondata da mille margherite gialle. I sogni erano come il mare, imprevedibile, ma sempre presente, sempre vivo, sempre arrabbiato dentro di me.Il mio cuore batteva all'impazzata, sentivo la sua voce al telefono anche solo per qualche cavolata e mi salivano le lacrime in gola, gli occhi si strozzavano di pianti non detti, le parole si spaccavano come fossero cristalli di ghiaccio contro una parete di cemento armato.L'odore dei baci salati si allontanava da quelle labbra oramai troppo vecchie per ricordare cosa significasse ancora un bacio a mare, la sabbia era sbiadita, l'odore delle ginestre era scomparso e il rumore dei gabbiani aveva lasciato posto ad un eco lontano di ricordi dolorosi.Mi innamoravo ogni giorno di te e poi mi disinnamoravo e poi m'innamoravo ancora e poi mi facevo a fettine, lasciavo che le dita delle mie mani si tagliassero sole, mi tagliavo le dita per non chiamarti, per non cercarti, per non toccarti, per non respirarti nell'aria estiva dove mancavi troppo. E poi ricucivo il tutto e raccontavo la nostra storia, raccontavo che ogni volta che ti vedevo il cuore finiva nello stomaco e l'intestino era come un cappio intorno alla gola.Oltre mare sognavo di stringerti le mani, di raccontarti persi nel fumo di quante stronzate avessi combinato prima di incontrarti, immaginavo le risate che ti saresti fatto e addirittura cosa avresti pensato di me mentre raccontavo storie incredibili che avevo vissuto veramente.Sicuramente tu mi avresti atterrata sulla spiaggia con un bacio, sicuramente avresti voluto fare l'amore pur di non sentirmi parlare all'infinito di storie che neanche t'interessavano. O sicuramente non saresti mai venuto con me al mare a sognare una storia diversa dalle altre.Il cuore scoppiava al di là del mare, dove le sirene ancora potevano ammaliare i viaggiatori con il loro soave canto, lì, al di là del mare c'era l'amore che si infrangeva nella barriera corallina, i colori danzavano tra loro e il vento del destino spingeva le rotte distorte di noi poveri umani.Al di là del mare avrei amato come non mai, avrei amato con i piedi, con le mani, con i denti, con i sospiri, avrei amato con le viscere e con il sangue, oltre mare avrei amato come si ama una volta sola nella vita ed io avrei amato te. Il caldo avanzava insolente ed io continuavo a sognare ad occhi aperti il momento in cui ti avrei visto apparire nel giardino di casa, con un sorriso e tanta gioia di cominciare, già perchè si trattava di questo, era l'inizio che faceva paura, erano le partenze, il via che lasciavano tormenti interiori che ci bloccavano, e tu eri rimasto bloccato da questo inizio, e forse non saresti mai rimasto ma sempre partito. Il profumo delle pesche invadeva casa, tutto sapeva di pesche, persino le lenzuola. E in quell'attesa io aspettavo che tutto mutasse, che l'odore delle pesche diventasse odore fresco d'estate, che si mischiasse all'odore del tuo respiro e diventasse una magia, una nuova fragranza. Si aspetta sempre chi non è disposto ad aspettarci e si rinuncia sempre a se stessi per amare un po' di più. Sotto un cielo di stelle decisi di perdermi definitivamente abbracciata alla mia amica notte, la compagna fedele di molte lacrime, di infinite gioie e di parole non dette; decisi di toccare le stelle con quelle dita mozzate, chiusi gli occhi come ogni volta, e sognai che nulla era perduto e che il cielo era immenso. E sotto quel cielo immenso di satelliti sentivo che la mia pelle ancora respirava il tuo profumo, sentivo ancora la tua voce nelle orecchie e sentivo che presto saresti venuto da me. E l'amore che ti strappa i capelli, e il cuore che soffre perchè sa già che è una causa persa, e il sogno e la speranza che si mischiano assieme e credono che tutto è possibile ed attraverso quel tutto le dita si sono ricostruite per scrivertelo, e attraverso quel tutto il cuore sorride perchè ti aspetta e .. attraverso quel tutto tu sei la magia di un estate sognante. 


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