giovedì 22 novembre 2012

La primavera del cuore mio sei tu. Per sempre.

Molti credono che il motore mobile dell'amore sia l'inerzia, io invece penso che ciò che muove le cose sono le passioni, non si vive con una persona o si vive una persona soltanto per il concetto oramai "stabilito" che quella persona sia "nostra". Nelle relazioni l'amore deve essere sempre tenuto accesso, un po' come dice il monologo del Mandolino del capitano Corelli, se non alimenti la fiamma prima o poi si spegne, tutto si vanifica, tutto si perde e tu resti con le ceneri di un ricordo in mano; accendi un altro fuoco ma non sarà mai più lo stesso. L'amore non deve essere mai fine a se stesso, deve scoppiare, deve colorare laddove è sempre stato bianco o nero o forse grigio, deve esprimere arte, musica, potenza, si deve imporre contro le cose brutte che succedono. La gente si trascina come anime in aspettativa, mentre il mondo crolla, le certezze crollano, tutto intorno si sgretola e spesso si resta con le mani tra le mani ad aspettare una preghiera inesaudita che non arriverà mai. Se non si trova il proprio posto nel mondo spesso si incorre nel rischio di perdersi del tutto. Le persone non amano perdersi, non credono più al ritrovarsi, non c'è più quella concezione di viaggiare per innamorarsi, di prendere un treno e cambiare città; adesso si pensa solo al futuro come una cosa negativa, come una catastrofe, ma, dove sono finiti i buoni propositi? Dov'è finito l'amore? Dove sono finite le emozioni vere? Io spesso penso guardandomi indietro di qualche mese fa e sorrido, sorrido per aver preso quell'autobus, per aver dato retta all'istinto, a chi mi diceva: "vedrai che starai meglio" ed era vero.Percorrere quelle vie assieme, i ragazzi del PD che ci fermavano di sabato mattina per darci i volantini, il mercatino in lontananza, le poste, le viuzze che ci univano e tanti sorrisi. Se quella non era speranza nel futuro che cos'era? Mi piaceva guardare il modo in cui camminava perchè tutti gli guardavano il culo, metteva una gamba avanti e una dietro proprio come i modelli che spesso vedevamo alle sfilate di moda al tg. Ma rideva, si piegava, e poi quando mangiava ti faceva incantare, era veloce, e se gli parlavi si fermava, ti ascoltava con i gomiti appoggiati al tavolo e le mani congiunte. E dentro scattava quella voglia di ribaltare il tavolo e di fare l'amore fino allo stremo. Era lui. Aveva modi di dormire strani, e forse mi sono resa conto col tempo, aveva anche il sonno leggero, lo avevo svegliato, era stata la prima volta che svegliassi un uomo per dirgli che non riuscivo a dormire, eppure non battè ciglio e mi abbracciò.Ma se quello non era amore, che cosa diavolo era? Penso, che non scorderò mai quella notte, come non scorderò la successiva, e le altre che sarebbero venute, non si dimentica chi è in grado di farti credere nel futuro, non puoi non amare chi ti sfiora il cuore e riesce a baciarlo con labbra invisibili.Ecco cosa era per me : la casa col tetto di vetro come avrebbe detto il mio "nemico" di Twitter, Fabio Volo.Lui era la finestra sul futuro, tu ti affacciavi su di lui e riscoprivi che non avevi mai smesso di credere che tutto fosse possibile. Sapete, camminavo per le strade di Crotone ultimamente quando uscivo da scuola dopo il tirocinio, e immaginavo tutto ciò che avrei voluto fargli vedere visto che era lontano. Immaginavo il comune come si riempiva verso mezzogiorno, o il mare in queste belle giornate di sole, i riflessi dei nostri baci su ogni scintillio del mare, poi immaginavo che mia madre un giorno avrebbe cucinato per lui, o che io avrei cucinato per lui, e la notte non riuscivo a dormire credetemi; ero troppo innamorata per dormire e non pensarlo, per correre il rischio di non sognarlo in quelle ore. C'era una stradina secondaria che portava a casa mia a piedi, che mi piaceva percorrere spesso quasi tutta ad occhi chiusi immaginando che lui fosse accanto a me, che mi tenesse per mano mentre passavamo dal forno e l'odore del pane caldo ci facesse venire fame, o che so al supermercato pensando di aver dimenticato qualcosa, oppure ancora dal fioraio per sentire il profumo dei girasoli o dei tulipani. Immaginavo tante cose grazie a lui, ed ecco perchè parlavo di motore mobile carico di emozioni, perchè senza di lui sicuramente sarei stata "felice" lo stesso, ma non sarebbe stata la stessa cosa; ero quel tipo di persona che o tutto o niente, se mi vuoi resti, se non mi vuoi te ne vai. Io ti voglio, e farò di tutto per rendere ogni giorno della tua vita felice come il primo. Forse la gente mi dava per scontata o banale ma io pensavo solo una cosa : che cazzo me ne frega della gente poi a me. Lui c'è, è qui, per me, ed io la stessa cosa. Non ho bisogno di altro se non della mia stessa fantasia e del mio stesso amore per essere felice.Perchè credetemi, la felicità, detto da me che non credevo esistesse, ESISTE e porta sempre il nome di colui o colei, o di quanto altro sia, che ci fa sognare, che ci fa VIVERE. E la mia aveva solo un nome. Il suo. 


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