domenica 16 marzo 2014

Quando comincia una stagione II.

Non ci sono quando il tramonto si fa nero e il rosagiallo si perde dietro le montagne. Troppo rumore e troppa confusione, troppi muri di cartone e troppi pochi martelli per infrangere ogni cosa non ci piaccia. 
Si dice che la migliore cosa per stare meglio sia "fare un bel respiro profondo" e continuare a provare. Continuare a sperare. 
Restare in attesa, sospesi tra luce e buio nel mondo, tra la solita scarpa rotta, tra i calzini spaiati, tra il caos dei vestiti gettati ovunque, nelle quattro mura troppo strette di casa. Persi ad aspettare in mezzo al nulla, le persone continuano a chiedere dove si va, dove si arriverà, o ancora, dove siamo fermi. 
Fermi in movimento, corsi tra lo scorrere del tempo. 
Prendere un bel respiro. Fermarsi. Lasciare cadere giù le mani è appoggiarle alle gambe. 
Una volta misi una mano sul petto, sul mio petto; e mi resi conto che il cuore batteva per me. 
Restai col fiato sospeso e pensai : "io respiro e mi sento viva". 
Allora non c'era forse molto da prepararsi, vivi o muori senza nessuna alternativa.
Ti butti o non ti butti, scegli di stare meglio o di stare peggio. 
E le persone in mezzo al caos smettono di pensare e iniziano a viaggiare, smettono di ipotizzare e iniziano a vivere. 

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