Non ci sono quando il tramonto si fa nero e il rosagiallo si perde dietro le montagne. Troppo rumore e troppa confusione, troppi muri di cartone e troppi pochi martelli per infrangere ogni cosa non ci piaccia.
Si dice che la migliore cosa per stare meglio sia "fare un bel respiro profondo" e continuare a provare. Continuare a sperare.
Restare in attesa, sospesi tra luce e buio nel mondo, tra la solita scarpa rotta, tra i calzini spaiati, tra il caos dei vestiti gettati ovunque, nelle quattro mura troppo strette di casa. Persi ad aspettare in mezzo al nulla, le persone continuano a chiedere dove si va, dove si arriverà, o ancora, dove siamo fermi.
Fermi in movimento, corsi tra lo scorrere del tempo.
Prendere un bel respiro. Fermarsi. Lasciare cadere giù le mani è appoggiarle alle gambe.
Una volta misi una mano sul petto, sul mio petto; e mi resi conto che il cuore batteva per me.
Restai col fiato sospeso e pensai : "io respiro e mi sento viva".
Allora non c'era forse molto da prepararsi, vivi o muori senza nessuna alternativa.
Ti butti o non ti butti, scegli di stare meglio o di stare peggio.
E le persone in mezzo al caos smettono di pensare e iniziano a viaggiare, smettono di ipotizzare e iniziano a vivere.
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