Ma alla fine giro a zonzo nella nebbia, brancolo nel buio sperando che qualcuno accenda la lampadina. Che cosa c'è di male nel desiderare che alle volte qualcuno decida per te? Alla fine è come affidarsi al destino, lui sceglie e noi una mattina ci alziamo ed è tutto cambiato.
Forse dovrei smetterla di convincermi che qualcuno possa sostituirsi a me. Alle volte mi viene così facile sperare che essere circondata da persone che ti amano possa renderti facile la vita e possano "proteggerti" anche da te stessa. Ma là nel profondo c'è sempre qualcosa che preme per uscire ed è una furia ceca che inutilmente provo a spegnere. Mi sento la testa pesante e lo stomaco mi fa male, vorrei che certe cose non dipendessero da me e dal mio eterno fallimento; vorrei essere già laureata, vorrei non dovermi sentire sempre nel mezzo delle cose, vorrei levarmi di dosso il peso di aver sbagliato tutto nella vita. Certe cose non si possono esprimere a parole e neanche quelle brave come me riuscirebbero a scrivere di come ci si vede attraverso lo specchio. Io ancora oggi non so chi sono e cosa voglio fare da grande allora mi sento in colpa e inizio a cercare lavoro, a mandare curriculum, a sperare in una buona notizia, sottolineo libri, provo a studiare e pare che mi riesca anche bene delle volte, salto da una parte all'altra, mi fermo, piango un po'. È tutto confusionario lo so, lo so bene. Alla fine dei conti riesco a scrivere bene solo perché racconto di quello che ho dentro. Un caos. Quando mi rileggo spaventa anche me. Poi però ci penso e tiro un sospiro di sollievo perché magari domani andrà meglio. Magari cambierà qualcosa. Chissà. Ci sarà un po' meno caos e qualche strada riuscirò a percorrerla anche io fino in fondo.
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