mercoledì 7 marzo 2012

Uno stupido gioco di niente ♥


Stava per esplodere qualcosa ma ancora non si sapeva bene cosa fosse.
Aspettare, aspettare e ancora aspettare per poi rendersi conto che tutto era stato vano.
Il sole era andato via, i fiori erano ancora chiusi nei loro boccioli, l'amore correva lontano da me scansandomi a priori.
La gente mi leggeva, mi stimava, ma non mi capiva e io continuavo a urlare in quella gabbia matta senza sonoro.
Tutto attorno a me mi abbandonava lentamente come a voler farmi capire che ero stata io a volere tutto questo.
Perdevo i sogni e mi cadevano dalle mani mentre guardavo il mare ritrarsi alla mia vista.
Ogni cosa si allontanava e tutto intorno a me si faceva nero, terra bruciata.
Avete presente lo Schiaccianoci di Tchaikovsky? Ecco. Quella melodia sono IO.
Scappo da una parte all'altra con le mie bolle di sapone piene di speranze, piene di sogni.
Mi chiudo nella mia solitudine che è tanto cara e tanto amabile e lascio che il tempo cambi rotta e la smetta di perseguitarmi con i suoi ricordi e con le sue avventure.
Sole va via, vento di marzo arriva e cambia l'aria, cambia tutto.
Non voglio più ascoltare inutili parole dettate dal mondo, delle volte c'è bisogno solo di respiri e di attimi, per me quella è la vita.
La gente cammina per strada, alcuni a passo veloce, sicuri di se, altri con la testa bassa un po' goffi, molto insicuri e timorosi di fare anche solo due passi per la strada da soli. Io sono una di quelle che sola non sa camminare, che non si sente fiera e certa di dove va e cosa fa.
Anche quando devo sbrigare delle commissioni non sono mai sicura di quale sia la strada giusta da prendere o dove io debba effettivamente andare.
Mi piace girare a vuoto per scorgere cose che la gente comune non vede.
L'altro giorno ho notato un vecchietto in bicicletta, con la sua coppola, i suoi occhiali da vista e il suo carinissimo papillon, era un uomo d'altri tempi veramente composto.
Un altro uomo su uno scoglio cercava invano di pescare in una giornata dove c'era molto vento e tanto sole.
Altri due uomini invece aprirono il cofano dell'auto presero una chitarra e iniziarono ad intonare Vecchioni.
Meraviglioso non credete?
Adesso tutto fugge lontano, adesso tutto è un inseguirsi che fa male, che stanca, che mette ansia.
Ieri sera mi sono guardata nel riflesso di una pozzanghera e ho capito che non avevo capito ancora niente.
Dovevo essere quella che ero sempre stata, dovevo smetterla di farmi del male convincendomi che ero altro.
In quel riflesso vedevo il veleno e avevo capito che in tutti questi anni, mesi, giorni non avevo ucciso qualcuno di estraneo a me, ma avevo ucciso me stessa e che la resa dei conti stava arrivando, dovevo solo scegliere cosa fare o se non fare niente.
Si puo' impazzire per raggiungere la perfezione?
Forse si, e forse pochi osano andare oltre.
Spero venga giù a piovere oggi, così che io possa dimenticare un po' di amarezze e possa concentrarmi su quello che vorrei essere veramente.
Con un ape tra i capelli mi sono gettata per le strade del mondo, ero impazzita, ero ossessionata da me.
Lo sono ancora oggi. Il dualismo mi ha sempre fatto più male che bene. 

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