giovedì 27 settembre 2012

Mi serve un profumo nell'anima per respirare davvero.



Era l'una e dieci circa di notte ed il vento del perdono a quell'ora lasciava trasparire coscienze mai sentite prima. La mia urlava forte. Sbatteva impetuosa ed io l'ascoltavo sotto al riflesso di una luna opaca. Dio mio come cambiava la vita in un anno. Alcuni filosofi sostenevano come gli storici del resto che la vita fosse ciclica, nasci, cresci, muori; ma era davvero tutto lì? Non c'era spazio per un nuovo sistema che ci permettesse di morire più e più volte? O che so, vivere più vite? Si ritorna sempre al punto di partenza veramente?Nasci per capire che sei parte del mondo, e muori per capire che la tua vita ha significato qualcosa nel mondo, nell'aria che hai respirato, nelle zone d'ombra dove ti sei riposato. Io sentivo quella luna così vicina eppure era distante anni luce da me, sentivo che il vento mi accarezzava i capelli e a volte li tirava, e altre ancora mi baciava il collo e poi spariva. E non era un sogno.Non era tutto un tornare di anno in anno allo START, camminavamo, per sentieri che la coscienza intraprendeva senza che ce ne accorgessimo; erano strade dritte, a volte rotte, altre ancora semplicemente strade, senza troppe parole; e camminavamo senza pensare più di tanto. Quando si è giovani non si bada a spese sentimentali, non si bada a spese psicologiche, si ama, ci si illude spesso e volentieri, ci si diverte perchè è così che deve andare, perchè bisogna divertirsi anche quando non è il momento. Ecco perchè mi trovavo in disaccordo con quello che dicevano gli storici, per me la storia di ognuno come la storia mondiale non era sempre la stessa; le guerre erano sempre le stesse o meglio sempre per lo stesso motivo, l'amore finiva sempre per le stesse stupide motivazioni, la gente moriva sul fronte compiendo il suo dovere, il medico ogni giorno operava secondo coscienza e bravura, ma l'aria si rigenerava sempre e non era la stessa; forse più inquinata adesso di cinquant'anni fa, chissà, ma ogni cosa produceva nuovi frutti e non potevamo non rendercene conto. Io lo sentivo quando le giornate buone arrivavano con un soffio di vento, come percepivo quest'autunno amaro e molto caldo che non mi permetteva di respirare come avrei voluto. Sentivo che la vita certi giorni mi scivolava dalle mani ed io non avevo neanche la forza di coglierla da terra, la guardavo lì inerme, delle volte mi supplicava pure di riprenderla con me, ma certi giorni si sa, non si ha voglia di fare niente e di non stare a sentire nulla, ne suppliche ne lamenti, e come dice una canzone, nemmeno accordi struggenti. C'erano giorni in cui non trovavo nemmeno la mia ombra, credo scappasse via da me, non penso mi sopportasse più di tanto, ci facevo caso nei momenti meno opportuni ma proprio quando doveva essere lì a riflettermi, lei non c'era e non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile, ma anche lei era probabilmente stanca di starmi dietro, in fondo aveva un cuore e un anima e non poteva sempre mischiarla con le mie che erano disintegrate dal mio ego all'ennesima potenza.Adesso per esempio, sotto il sole non la trovavo, ma poco importava, io ero sempre in cammino, lo so che sarebbe tornata perchè è come le persone, ci sono persone che fanno dei giri lunghissimi ma poi tornano, perchè il loro posto nel mondo non lo trovano e così ritornano allo start, ed io che fine avrei fatto?Chi lo può sapere, è come quei videogiochi dove corri e non vedi cosa ti si prospetta davanti finchè non ci arrivi, perciò attimo dopo attimo si crea il tuo orizzonte virtuale. Ecco la mia vita era la stessa cosa, attimo dopo attimo si proiettava davanti a me il mio orizzonte vero. La cosa mi spaventava e mi emozionava allo stesso tempo, ma era preferibile al solito nasci, cresci, muori, forse sarei morta vittoriosa un giorno, o forse sarei rimasta anonima come milioni di persone nel mondo; ma il segno dovevo lasciarlo dentro me o dentro le persone che amavo?Sono stronzate quelle dove ad un funerale dicono "é una persona che non si dimenticherà mai" , ma certo non possiamo dimenticare chi ha segnato la nostra vita nel bene o nel male sopratutto se va via per sempre, ma tutti dimentichiamo, è la nostra mente che lo impone, ecco perchè l'importante credo sia vivere una vita piena ma non cercare a tutti i costi di riempire col nostro io quella di chi ci sta attorno. Le cose migliori sono quelle che avvengono senza nessun progetto o piano strategico a tavolino.Poi chissà magari sono tutte stronzate e siamo solo anime perse in un mondo fatto di disperazione forzata.Non avremo mai certe risposte, ma potremo sempre trarre le nostre conclusioni, sicuramente se ripenso alla luna di stanotte e a quel vento, dentro me sorge una grande delusione. Quando vedo le persone che si buttano via così, quando vedo le persone strozzarsi con le loro stesse mani, ecco quella per me non è vita, ma l'inferno, la morte, la desolazione del cuore o forse più grave dell'anima.Se siamo noi a buttare via la nostra vita, a regalarla al primo offerente, a credere che tutti tengano a noi quando non è così, cosa possiamo pretendere dalla nostra stessa vita? Con che coraggio diciamo che questa vita è una merda, se la merda la buttiamo noi come fosse cemento armato sul nostro stesso petto? La fortuna qui non c'entra, le cose sono cicliche in questi casi, e amareggiata dico che il corso e ricorso in certe occasioni cementano l'anima in modo tale da renderla indistruttibile ma allo stesso tempo senza radici, senza acqua, senza aria. Prima o poi se non lo ha già fatto, morirà. Le circostante ci permettono sempre di scegliere, e quando scegliamo per noi ciò che è peggi, abbiamo ammazzato minuto dopo minuto il sogno di essere diversi, la poesia di vedere chiudendo gli occhi quello che vorremmo ci appartenesse; e giorno dopo giorno diventiamo curvi su noi stessi preda delle nostre ansie e delle nostre infermità mentali. Qualcuno avrebbe detto : "Ascolta la tua ombra", lei forse conosce cose che realmente non riusciamo a vedere e a sentire più da tempo, perchè abbiamo deciso o hanno deciso, che dobbiamo camminare a testa bassa curvi e ripiegati su un dolore che lentamente dopo aver mangiato la colonna vertebrale adesso mangia i nostri organi dall'esterno; e noi ci lasciamo questa sanguisuga addosso perchè non abbiamo avuto il coraggio di correre lontano e cantare a squarcia gola che la felicità è un'attimo che ci permette di vivere in eterno. 

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