venerdì 10 maggio 2013

Sei una ginestra.

E così arriva al termine un'altra giornata passata tra le mura funeste di una solitudine che scava i muri e trafigge le pareti. Il silenzio viene interrotto da una musica che sguizza nelle orecchie come a portare una ventata di aria quasi estiva. Il sole è stato molto pallido e il pensiero naufragava tra le lettere mai scritte, tra le prose mai pronunciate. Il pensiero, come un aereo viaggiava verso città lontane, verso i posti del cuore. Ricordo che da bambina mio nonno mi portava al Bar del Pescatore, vicino al cimitero, dove giù ci stava la spiaggia libera. Lui dopo i bagni, ordinava la birra Moretti ed io il gelato, quasi sempre il cornetto Algida Classico, e restavamo lì, forse senza neanche conversare. Come si trasforma negli anni il peso del silenzio dettato dal ricordo del vecchio e del nuovo. I ricordi sembravano metafisici, tutto paradossalmente lontano anni luce. Ecco, la notte avanzava, un giorno in meno per arrivare alla fine dell'estate. Desideravo arrivasse settembre, con le sue prime impressioni, i suoi bagliori, l'alba di una nuova città, di un grande amore, la patria delle nuove esperienze, l'appartenenza ad un io che non è il tuo ma che ha rapito il tuo cuore giorno dopo giorno. Sognavo che i tramonti sarebbero stati finalmente degni d'amore accanto a lui, e che le prime luci del mattino avrebbero portato giorno dopo giorno certezze e sicurezze nel cuore mio. Le mani, le osservavo scrivere ansiosamente del nostro amore. Gli occhi bramosi di sonno e di sogni.dopo ventiquattro anni avevo vissuto la primavera più bella della mia vita, ero rifiorita assieme ad essa, attimo dopo attimo.
Avvolta tra i capelli e i desideri credevo che l'amore fosse quel sentimento che ti sconvolge la vita e che ti permette di sopportare tutto e di mettere a tacere tutti. Non è un film il silenzio che avvolge questa stanza, le pareti della mia anima sono sconfinate e necessitano l'abbraccio. Provate a chiudere gli occhi, a immaginare un mondo fatto da voi, io ci penso spesso e non riesco a disegnare altro che quel sorriso, quel magnifico sorriso dolce come la melodia dimezzata dal sorgere di un nuovo sole. Nel petto non un cuore ma un mare sconfinato di bontà e nella testa i colori dell'arcobaleno a misurare la felicità da donare e da ricevere. Immagini un arcobaleno nella tua testa? Credo che nell'amore esista una forma di follia pura che medita queste cose e imprime nel petto alcuni comandamenti; primo fra tutti : "il cuore conosce ogni ragione e ogni passo che fa verso di te". La melodia nelle orecchie risuona soave come a intendere che io mondo si è fermato, il silenzio ha bloccato una città (già abbastanza silente)! Danzano armoniose le corde invisibili del mio corpo tra le stelle e il rumore del mare mentre un chiaro luna riflette sulla mia pelle nuda l'abbraccio che solo lui sa darmi. 
Il cuore in gola e la gola nel cuore, le mani tra i piedi e le ossa consacrate al suo sangue.
E così, mi consacro a te immortalando la mia pelle al tuo destino, lasciando che mi scoppi il cuore d'amore e trapassando ogni avversità certa che alla meta e lungo il viaggio avrò sempre te accanto. 
Vedo in prospettiva un pavimento caldo in legno, di quei pavimenti che ci puoi camminare scalzo anche in pieno inverno ma non sentirai mai freddo. Amo quei pavimenti. Vedo i piedi arricciati di una bambina goffa che corre di qua e di la e sorride alla vita. Scoppio a vivere. Ancora. Ancora. Vedo in prospettiva un corpo solo in due anime danzanti che si toccano, si emozionano, che si baciano. Ancora. Scoppio ad amare. Sento il bisogno di restare per sempre, oltre il confine, di restare con i piedi ben saldi all'amore che provo per te. Non ci si consacra a chiunque, ami, piangi, disperi, ma consacri il tuo essere una volta sola nella vita e non lo farai mai sbagliando. 
Corro verso questa notte, che è una in meno lontana dall'odore del tuo respiro.

*con immenso amore. 

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