domenica 20 ottobre 2013

(La) Penna.

Seduti davanti a quel caffè i nostri sguardi s'incrociavano come dopo aver fatto l'amore, e le nostre caviglie s'intrecciavano per trattenere il tempo del ricordo. Il caffè fumava, lui, profumava di felicità. Emanava un profumo dolce e delicato; sembrava che tutto il mondo si fosse inchinato allo splendore dei suoi occhi davanti a quel caffè. Il mare era piatto, scorgeva da lontano una brezza mattutina, le prime luci dell'alba trasudavano i corpi spenti e senza voglia di impregnarsi nel mondo. -Tutto correva perfetto intorno alla sua bocca da baciare. Il soffitto era all'improvviso diventato giallo come il sole di agosto a mezzogiorno, le sue labbra erano rosse senza bisogno di artifici; le sue braccia erano grandi da contenere gli abbracci di questo amore così magico e speciale. Strinsi forte i piedi sotto le coperte per sognare ancora un po'. Leggera la mia anima, volava verso orizzonti nascosti, il sonno era quieto. Le mura si allargavano piano piano lasciando che il mio corpo ritornasse a respirare. Le mani cadevano sulle lenzuola fresche e un profumo di pelle dolciastra si poggiava sul mio collo. L'autunno della mia esistenza. -quanti ne avrei avuti e quanti sarebbero stati diversi gli uni dagli altri! Le foglie gialle sbriciolavano il terreno e gli alberi insecchiti cercavano conforto nel freddo cielo  di ottobre. Il cielo si anneriva dispettoso all'improvviso e il vento correva all'impazzata tra le fessure delle finestre semi-aperte. Candida come la neve d'inverno, questa mia piacevole tortura di sognare con gli occhi spalancati un mondo migliore. -Pensieri sospesi per aria. Sono. Chiudere gli occhi sarebbe stato un delitto, la mia felicità erano quelle cose che potevo vedere, che potevo toccare. Le sue mani, prenderle fra le mie e guardare i suoi occhi, e sussurrare :"Io ti amo. E ti voglio bene. E ancora io ti amo". Fuori dalle convenzioni, fuori dagli schemi, senza paura di rimetterci le ossa. Ad occhi aperti si osserva il mondo che vorrei; toccando con mano il fiore che nasce dal fango, impiastricciandosi la faccia al mattino prima di svegliarsi, sognando una realtà che sia diversa. Le favole, oh si! Che gran mistero resteranno per me tutti quei draghi e quelle principesse frustrate e sconsolate che aspettano un tipo in calzamaglia sul cavallo bianco! A loro ho sempre preferito l'amore che ti brucia su per la schiena, il patimento di non potere toccare le sue spalle quando i chilometri ci separano. Alle favole ho sempre sostituito la penna della mia fantasia, il mio paese dove vivo felice. I miei libri, le mie mani, la mia testa. E ancora, la sua bocca, il suo sorriso, la sua espressione quando dico qualcosa di assurdo. I suoi silenzi quando si piegano ai miei monologhi. La fedeltà di non cercare di cambiare la mia essenza. La mia stima nell'amare la sua presenza. Si cresce per imparare che non siamo cresciuti mai. Si vive per sperimentare che la vita non sarà mai qualcosa che si può possedere. Ci innamoriamo per essere sicuri che qualcuno ci garantisca un posto nel mondo unico e speciale. La penna dei miei desideri, la penna con cui realizzo giorno dopo giorno ciò che sono. Il foglio bianco che prende forma, la calligrafia che supera la retorica. L'ancora che approda nei fondali cementando radici nell'acqua. Il fiore nel deserto. Il cuore che si spezza ad ogni emozione causata dal rumore della sua risata. Il fresco autunno della mia percezione. Il diluvio di novembre. Poche, semplici, sfavillanti righe. Fuorviante sarebbe stata la pretesa di descrivere una persona così amata in un monologo interiore con me stessa. Scorrono le lancette mentre il caffè smette di fumare, mentre il suo odore si percepisce come se fosse già in lontananza; scompare la dolce visione di un ritrovarsi istantaneo al di la di un sogno. Il calore di quella magia scappa via e non si sa come tornerà la prossima volta. Devo restare sempre in attesa, sempre distesa su un filo d'erba a disegnare la nostra immagine per avverare una nuova magia. Se ci crediamo, ci reinventiamo, e se ci ricostruiamo sempre nuovi, la passione, il desiderio, l'amore, il frutto di mille sacrifici non sarà mai vano. -Dolce metà del mio cuore in subbuglio per la distanza che ci separa, sii paziente davanti alle difficoltà di questa aspra vita. Attendi, e in questa attesa usalo come Penna per realizzare i tuoi sogni. 
-Sei felice oggi?-"SI"!! 

Nessun commento:

Posta un commento