giovedì 19 giugno 2014

L'estate che veniva (...)

L'estate bussa alle porte. È arrivata carica di nuvoloni e l'esigenza di raccontare ancora e ancora un po' di cose è sempre viva nel cuore.
Il rumore delle macchine che al mattino invadono le strade per andare a lavorare, il silenzio assente dei ragazzi impegnati a scuola con gli esami, l'ansia di non essere mai all'altezza, la preoccupazione per il voto finale, la tenerezza di chi si sente già grande con una tesina in mano.
Il passaggio. 
C'è sempre un passaggio verso qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. 
E, si sa, a chi non spaventa il nuovo ?!
Nuvole cariche di pioggia, e mare calmo della sera; pensieri sempre sospesi, sempre appesi lì con qualche molletta, ad attendere poi chissà che cosa. 
Non è una novità, non c'è niente di irrisolto e niente che possa essere messo in ordine. 
Il profumo di fresco nell'aria che non presume l'arrivo dell'estate, l'odore di strade bagnate, di terra come se cadesse dal cielo. 
Vorremmo imparare cosa sia la magia mentre d'estate piove e si è in acqua, al mare, a fare un bagno. 
Quel desiderio, quella sensazione di sentirsi grandi, potenti in uno spettacolo della natura; proprio lì, nell'acqua con l'acqua che cade dal cielo. 
Un tutt'uno. 
Che strano perdersi ed emozionarsi nelle piccole cose mentre il resto ci trafigge di noia e ci pervade di rabbia. 
È strano essere emozionati e allo stesso tempo così pieni di vasi rotti fuori e dentro. 
In fin dei conti sono piccoli pezzi di noi che vanno via, che crescono, che maturano; come le foglie sugli alberi se vogliamo. Nascono, fioriscono, crescono e cadono. 
Non so l'ordine sequenziale e nominativo della vita delle foglie in natura, ma in sostanza credo sia questa la loro esistenza. Il loro scopo. 
Forse dovremmo fiorire anche a noi. 
A prescindere dalla stagione, a prescindere dagli altri. 
È come quel rumore che sentiamo sempre alla sera in silenzio totale a letto nelle orecchie. La vita. 
Non possiamo smettere di sentire, a meno che il buon dio non ci tolga l'udito. 
Vorremmo sentire e leggere meno stronzate, eppure tralasciamo il fatto che siamo invasi da sensazioni stupende, da emozioni uniche e spesso disarmanti. 
Non si può correre sempre dietro a ciò che non corre per noi e con noi. 
Il mistero è questo, la chiave di volta, il saper davvero ascoltare. 
Vediamo il mare calmo e vogliamo subito scattare una foto perché ci emoziona e ci rende parte di un processo di vita incontrollato; ci sentiamo VIVI per quel filo di vento che ci accarezza i capelli all'alba o al tramonto e poi, riusciamo a perdere tutto per la rabbia di un'esistenza che non sarà mai come la vogliamo. 
Mille aspettative, mille nuovi volti, tante nuove avventure.
Sempre in progresso, sempre pronti ad imparare qualcosa di nuovo, sempre carichi. 
E c'è l'Amore, che è più forte di tutto, persino della morte. 
E ci riscopriamo vivi e innamorati. 
E allora tutto cambia. Il nostro viso cambia. 

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